Di Fede: lunedì azzero i vertici del Pd

Strappo con la minoranza di Bizzo, che reagisce chiedendo le sue dimissioni. La nuova segreteria premia i giovani del Colle


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Inizia la tempesta nel Pd. L’ennesima. Lunedì la segretaria Liliana Di Fede azzererà la segreteria del partito e ripartirà da zero con una squadra nuova, in larga parte giovane. Di Fede annuncerà la lista dei nuovi nomi lunedì in segreteria e subito dopo in assemblea. È nei suoi poteri farlo e non dovrà passare attraverso alcuna votazione. In questo modo Di Fede cancella l’accordo di collaborazione con la minoranza siglato un anno e mezzo fa, dopo le primarie che l’hanno vista vincente sugli sfidanti Mauro Randi (ora presidente dell’assemblea) e Luisa Gnecchi. In base a quell’accordo era stata costituita una segreteria di otto persone in cui erano rappresentati i diversi gruppi-correnti. Il clima non è migliorato, il Pd è diviso come prima, e ora arriva il colpo di spugna, non concordato con il gruppo Bizzo. L’attuale segreteria è composta da Liliana Di Fede, Cornelia Brugger, Carlo Costa, Primo Schönsberg (esponenti di maggioranza), Paolo Berlanda, Rosalba Leuzzi e Luigi Tava (minoranza), dopo l’uscita di Uwe Staffler. La minoranza («ma minoranza di poco», rivendica Bizzo) ieri ha provato a giocare di anticipo, spedendo a Liliana Di Fede una dura lettera su gestione del partito e risultati elettorali, con richiesta delle sue dimissioni e congresso. La lettera è firmata da Paolo Berlanda, Rosalba Leuzzi, Luigi Tava, Mauro Randi, Roberto Bizzo, Salvatore Bonelli, Miriam Canestrini, Monica Franch, Maura Galera, Gastone Musner, Andrea Simoni, Claudio Volanti, componenti di segreteria o assemblea, Alberto Magnanini (coordinatore Laives).

Le danze erano state avviate nell’ultima assemblea da Cornelia Brugger, in rotta con la maggioranza, che aveva inviato una mail con richiesta di azzeramento di segreteria e congresso.

Colpo di spugna. Liliana Di Fede sta contattando le persone cui propone l’ingresso nella segreteria. Ci sono stati alcuni rifiuti, l’elenco dovrebbe essere composto da Alessandro Huber, Alexander Tezzele, Christian Schatzer, Carlo Bassetti, Nadia Mazzardis, Giuseppe Marino e una esponente della Bassa Atesina. I primi tre sono tra i fondatori del gruppo di giovani «Il futuro nelle nostre mani», lanciato l’anno scorso al Colle. Marino sarebbe stato contattato come esponente della minoranza.

Resta fuori dalla segreteria Carlo Costa, tra le personalità più potenti del partito e non entrano altri big della maggioranza. Di Fede spiega: «Vogliamo aprire una fase nuova, di superamento della logica della guerra interna. Non significa cancellare qualcuno. È voler andare avanti e rilanciare il partito». Di Fede esclude proprie dimissioni.

Bizzo attacca. «Il fatto che non venga riproposto Costa dimostra quanto questa segreteria sarà una finzione. Tutte le decisioni continueranno a essere prese in un’altra stanza, a un tavolo molto più ristretto, cui non siamo ammessi né ora e non saremo ammessi in futuro. È una azione talmente violenta che non potrà fermarsi a Bolzano».

Largo ai giovani. Viene premiato il gruppo di giovani del Colle. La minoranza li gela: «Legati a Costa e Tommasini». Il rischio è che entrino in segreteria per fare la foglia di fico di un partito che continua a essere guidato dai veri potenti.

Così replica Huber: «Il rischio c’è. Proprio per questo ci starò attento. Ho accettato l’ingresso in segreteria con la condizione che venisse archiviato lo scontro tra correnti. È innegabile che la decisione della segretaria è una vittoria per il nostro gruppo del Colle che ha chiesto un chiarimento su un partito che ha prodotto una campagna elettorale e una trattativa sulla giunta di Bolzano senza regia. Proponiamo uno stile di lavoro diverso».

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