Di Fede: vitalizi, tagliare tutti i privilegi

La segretaria Pd: «Parificare le pensioni dei politici allo standard del normale cittadino, tenere solo i contributi versati»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La rottura c’è e non viene né nascosta né addolcita. Il primo atto di Enrico Lillo come coordinatore regionale di Forza Italia è l’esclusione di Alessandro Bertoldi dai vertici del partito. Già commissario e vice coordinatore, responsabile dei Club Forza Silvio, il nome di Bertoldi è sparito dall’organigramma presentato da Lillo e ratificato da Silvio Berlusconi nell’incontro di questa settimana a Villa Gernetto in Brianza. Intanto arriva la presa di posizione di Marco Galateo, coordinatore provinciale, sui vitalizi d’oro: «Chiederò a Minniti, Holzmann e Urzì di restituire il denaro ricevuto. Lo chiedo come gesto di responsabilità, per ridare dignità alla comunità di centrodestra che sostenevano di rappresentare. Non lo faranno? Noi intanto lo chiediamo e soprattutto glielo chiedono gli elettori che li avevano mandati in consiglio provinciale». Tornando a Bertoldi, non è servito a nulla il confronto di ieri pomeriggio nella sede di piazza Vittoria tra Bertoldi e Lillo, alla presenza del coordinamento regionale. Urla e parole pesanti, nessuna ricucitura. Al termine della riunione Lillo scende per un aperitivo-conferenza stampa con tutti i neo-nominati del partito. C’è anche Bertoldi e i due non se le mandano a dire. Ma c’è una sorta di trasparenza nuova in un partito abituato a rotture clamorose. Lillo annuncia che la casella dei club resterà vuota: «Troppe volte Alessandro Bertoldi mi ha dato l’impressione di non sapersi muovere in un una squadra, almeno in una squadra come la intendo io. Con la necessaria umiltà anche. Dice di essere un liberale, ma questo non significa fare come diavolo ti pare. Ultima goccia, la sua reazione al problema della nomina: su facebook ha scritto di essere presidente di questo e di quell’altro e che io sono solo una meteora». Da qui lo strappo di ieri pomeriggio, raccontato dallo stesso Lillo: «Gli ho chiesto se si fida di me. Mi ha risposto di no. Beh, nemmeno io mi fido di lui. Le cose stanno così, per il momento, e dobbiamo prenderne atto». Claudia Povoli, componente del coordinamento, ascolta a fianco di Lillo, e sottolinea di non condividerne la decisione: «Bertoldi è giovane, gli avrei offerto un’altra chance. Nel coordinamento eravamo due a due, ma la decisione finale spetta a Lillo». Bertoldi fuma e si sfoga: «Nei giorni scorsi è stato Lillo a escludermi, adesso sono io che mi tiro fuori. Non capisco la politica regionale di questo partito e non voglio fare parte del suo coordinamento. Continuo a fare parte di Forza Italia, mi riconosco nella politica del presidente Berlusconi e di Michaela Biancofiore». Infatti Michaela Biancofiore, assente, è infuriata. Lillo lo sa e anche il suo telefonino, che ha archiviato i messaggi indignati della deputata, contraria alla rottura con Bertoldi. Il «democristiano» Lillo tira fuori le unghie. «Michaela mi ha indicato a Berlusconi per questa carica. Adesso sono io che devo metterci la faccia, con le persone più adatte».

Franco Murano raggiunge Bertoldi e difende la decisione di Lillo: «Sta facendo la cosa giusta. Siamo stanchi di rispondere delle gaffe e delle sparate di Bertoldi. Forza Italia vuole tornare ad essere un partito serio. Alessandro, ti ho sempre difeso, ma è il momento che ti allinei, non puoi fare sempre di testa tua». Il diciannovenne gli risponde: «Allinearmi a cosa? Non ho capito il progetto regionale firmato da Lillo. Mi ero autosospeso per protestare contro quella scandalosa legge elettorale nazionale, avevo prenotato i gazebo e nessuno si è mosso. Siamo stati zitti per troppo tempo anche sui vitalizi d’oro, per fortuna adesso Galateo è intervenuto». Bertoldi resta in pista: «Fonderò dei club e vedremo se ci saranno più iscritti con noi o con il partito». Lillo sposta il discorso sul lavoro: «La struttura ora c’è e non abbiamo alibi. Il centrodestra è precipitato nella fiducia degli elettori e dobbiamo ritrovarci». Per le comunali del 2015 la solita promessa: «Chiederò a tutti i partiti di centrodestra di studiare un candidato sindaco unitario per Bolzano».

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