Diesel al bando nel 2019: nel mirino 33 mila «Euro 3» 

In futuro il blocco potrebbe colpire anche 56 mila «Euro 4» e 58 mila «Euro 5» La rivolta degli artigiani: «Misura inutile, fasce orarie molto penalizzanti»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nonostante le categorie economiche e in particolare gli artigiani siano già sulle barricate, in Alto Adige sono 33.034 i veicoli diesel che potrebbero subire uno stop a partire da gennaio 2019, quanto meno se le misure anti inquinamento studiate e attuate nel frattempo da Provincia e Comuni principali della provincia dovessero non bastare a limitare le emissioni di NO2. Tanti sono infatti gli Euro 3 che potrebbero non circolare più (e soprattutto non entrare più quanto meno a Bolzano città) nelle fasce orarie di punta: 7.30-10.30 e 16-19.30. A questi si aggiungono 4.476 Euro 0, 2.461 Euro 1 e 12.158 Euro 2 che già ora subiscono blocchi. In futuro poi la misura potrebbe interessare pure i 56.151 Euro 4 e i 58.045 Euro 5. (Non gli Euro 6, che oggi assommano a 22.822). Lo dicono i dati ufficiali del ministero dei trasporti, secondo il quale ad autunno 2017, ultimo dato aggregato disponibile, i veicoli totali circolanti in Alto Adige sarebbero 680 mila, di cui 392 mila a gasolio, solo 189 mila dei quali effettivamente di proprietà di altoatesini (molte società di autonoleggio nazionali immatricolano da noi i mezzi perché i costi sono i più bassi d’Italia, ma poi i mezzi circolano altrove).

I commenti. «I veicoli diesel Euro 3 – attacca però Claudio Corrarati, presidente regionale Cna – sono stati introdotti sul mercato nel 2001, sostituiti dagli Euro 4 nel 2005. Tra le nostre aziende associate, in poche hanno ancora veicoli Euro 3 e di sicuro li utilizzano per lavorare e non per divertimento. Fermo restando che la qualità dell’aria è un bene primario e che occorre intervenire presto e bene, ci chiediamo quali benefici potrà avere l’ambiente dal blocco di pochi veicoli indispensabili alle Pmi che li utilizzano, mentre la principale fonte di inquinamento, ovvero l’A22, rimane al suo posto». «Siamo assolutamente favorevoli al progetto che mira a migliorare la qualità dell’aria respirata nella nostra terra», commenta invece il presidente dell’Apa Gert Lanz. Tale passaggio «non deve tuttavia avvenire penalizzando le aziende locali, bensì concretizzarsi in maniera sensata». Un divieto di circolazione minaccerebbe seriamente l’artigianato locale, in particolare in quanto la gran parte dei mezzi artigiani funziona proprio a gasolio. Le conseguenze negative di una simile chiusura sarebbero evidenti non solo nel traffico giornaliero degli artigiani, bensì anche nella consegna delle merci e nello svolgimento dei servizi. «Il divieto dei mezzi diesel ridurrebbe notevolmente la fornitura di negozi, cantieri e privati con beni e servizi dell’artigianato» aggiunge il presidente. «Al contempo - conclude - si dovrebbe fare i conti con restrizioni drastiche per i pendolari, per il traffico economico e per la fornitura della popolazione. Per non parlare di chiusure aziendali e della perdita di numerosi posti di lavoro nei centri cittadini». «Bloccare a breve il traffico dei motori diesel pare oltremodo penalizzate per i proprietari di questi veicoli», commenta il consigliere comunale Claudio Della Ratta. Una misura di questo tipo «andrebbe programmata nel tempo, in modo da dare agli automobilisti la possibilità di ponderare bene il tipo di acquisto di un’auto con la consapevolezza che, ad esempio da qui a dieci anni, la stessa non potrà più circolare liberamente. Mentre introdurre misure restrittive nell’arco di un breve periodo di tempo pare misura eccessivamente penalizzante per gli incolpevoli acquirenti ed estremamente semplicistica». L'intervento su mezzi inquinanti e laddove vi sia una giustificazione scientifica va quanto prima attuato, sostiene il consigliere comunale Alberto Sigismondi, «ma poi lasciar perdere il pendolarismo cittadino è come voler curare la polmonite con la classica “tazzina di buon brodo di gallina”». Intanto, ieri, l’europarlamentare Svp Herbert Dorfmann ha dato notizia che la commissione ambiente del Parlamento europeo ha votato un rapporto sul pedaggio autostradale per i veicoli pesanti. Il documento fa parte del pacchetto sulla mobilità “Europa in movimento”, che contiene un insieme di misure per portare l’Europa verso una mobilità moderna e a basso livello di emissioni. Il nuovo rapporto modifica la direttiva Eurovignette del 1999. A tal proposito, con una rinnovata attenzione ai due principi “chi utilizza paga” e “chi inquina paga”, si punta a promuovere un traffico su strada economicamente ed ecologicamente più sostenibile. «La nuova direttiva obbligherà, infatti, gli stati membri a farsi carico dei costi esterni, come rumore e danni ambientali, attingendo ai ricavi derivanti dal pedaggio e dall’utilizzo delle infrastrutture».













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