Diesel Euro3, divieti soft per i veicoli commerciali 

Il sindaco rassicura gli Artigiani: «Nel primo periodo previste deroghe e fasce  orarie per una transizione senza traumi». Per i controlli si pensa alle telecamere



BOLZANO. «Non agitatevi tutti quanti... abbiamo mesi e mesi fino a gennaio 2019 per ragionare sui blocchi ai diesel Euro 3 e, soprattutto, sulla nostra salute da difendere. Parlerò con l'Appa, con Theiner, soprattutto con gli altri sindaci. Perché questo si inserisce nella cornice della nuova viabilità sostenibile che è fatta di provvedimenti a breve e a lunga scadenza...».

Ecco Renzo Caramaschi che chiede tempo e pazienza pur difendendo la prospettiva di lotta a mani basse all'inquinamento e di sollecito passaggio dal trasporto privato al pubblico. E mette sul piatto due novità. La prima riguarda la prima categoria di provvedimenti, quelli a lunga scadenza: «Nel pacchetto di finanziamenti che arriveranno a Bolzano nella prospettiva di mettere l’ A22 in galleria - svela il sindaco - non ci sono solo quelli della parte sud ma anche il sostegno per la galleria di Monte Tondo, la circonvallazione nord, verso Sarentino. E queste assicurazioni non me le aspettavo. Vuol dire che si completerà il circuito urbano in tangenziale. Dunque, bene». La seconda tocca i provvedimenti a breve e dunque la lotta agli Euro 3: «Dobbiamo ancora analizzare picchi di inquinamento e tecniche per incidere sui diesel più "sporchi" - dice Caramaschi - ma posso aggiungere questo: non escludo che intorno si divieti, almeno quelli iniziali, si possa giungere ad elaborare una qualche deroga per i veicoli commerciali in determinate fasce...».

Insomma, sul tavolo dei programma anti Euro 3 non sono ancora state messe sul tavolo tutte le carte. «Sì , sono provvedimenti impopolari- ammette il sindaco - ma da qualche parte occorreva iniziare in attesa del tram e dell'autostrada in tunnel. E penso che i polmoni siano più importanti di un mezzo sostituibile». Di fronte alla prospettiva di un tavolo aperto alle categorie, le imprese artigiane sono le prime a mostrare disponibilità: «Gli Euro 3 rappresentano oggi almeno il 30-40% del parco veicoli delle piccole e medie aziende - dice Claudio Corrarati, presidente Cna - per cui la prima richiesta sarà di prospettare una finestra temporale plausibile per procedere all'eventuale dismissione senza traumi. Basterebbero 2 anni, per dire... Possibili deroghe? È la strada che chiediamo di percorrere. Perché se si capisse che l'inquinamento è costante nel corso della giornata e non rileva picchi nelle ore delle consegne è ovvio che la fonte è l'A22 e non noi...».

Ma in Comune non si attende l'esito delle prossime trattative incrociate Appa-Provincia-Comune-categorie per elaborare una griglia di interventi possibili.

«Le strade sono molte - conferma Sergio Ronchetti - dai controlli a campione all'interno della città, ai blocchi morbidi agli ingressi per attuare una qualche deterrenza psicologica per i possessori dei veicoli più inquinanti, ad altre tecnologie più sofisticate, telecamere o colonnine di rilevazione, come stanno apprestandosi ad installare a Milano...».

Il comandante dei vigili ricorda poi un'ulteriore soluzione di controllo: quella attuata dalla Provincia nei primi anni novanta, quando ad ogni automobilista venne inviata una vignetta da applicare alla propria macchina con indicato il numero degli euro. «Ma oggi anche la targa stessa facilita l'individuazione dell'anno di costruzione del veicolo - aggiunge il comandante Ronchetti - e dunque la possibilità di identificare subito, a occhio, il livello di modernità del motore e i suoi euro». Le soluzioni pratiche e le possibili iniziative , sia repressive che amministrative, saranno al centro dei prossimi vertici congiunti tra le istituzioni interessate.

Il vertice più vicino è stato già programmato per la prossima settimana. Subito dopo Pasqua, al rientro dal lungo ponte.

(p.ca.)

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