il caso

Dieselgate, in regione più di 3 mila le richieste di danni

Boom di moduli inviati da proprietari di auto regionali al tribunale di Venezia. Un successo l’iniziativa legale dei consumatori. Scaduti i termini per l’adesione


di Luca Marognoli


BOLZANO. Sono oltre 3 mila in regione le adesioni alla class action contro Volkswagen per lo scandalo Dieselgate. Alla scadenza dei termini, fissati a fine settembre, sono stati compilati 2.097 moduli in Trentino e 1.225 in Alto Adige, da altrettanti proprietari di vetture con motorizzazione diesel EA189, sulle quali era stato installato il software abusivo, che consentiva di barare nella prova di omologazione. L’azione collettiva, la prima su scala europea, è stata promossa di fronte al Tribunale di Venezia dall’associazione Altroconsumo, che ha chiesto un risarcimento uguale o superiore al 15% del prezzo d’acquisto delle auto coinvolte.

In tutta Italia le adesioni (c’era tempo da luglio a domenica scorsa per inviare i moduli al tribunale veneziano) sono state 90.723, a fronte di circa 600 mila veicoli interessati. Un grande riscontro, che premia gli sforzi fatti finora da Altroconsumo, spiega Danilo Immi, coordinatore della consulenza giuridica sulla class action per l’associazione. «Il giudice aveva stabilito di mettere a disposizione una pec ad hoc ed un numero di fax presso il tribunale di Venezia», spiega il legale.

«Noi ci siamo mossi per contattare i consumatori quando abbiamo ottenuto l'ammissibilità dell'azione, con ordinanza del 25 maggio. Dopo di che abbiamo svolto la pubblicità legale che era nostro obbligo di parti processuali, acquistando a nostre spese - centinaia di migliaia di euro - ben due uscite sui 5 principali quotidiani. Ma siamo anche andati oltre e abbiamo mandato un'informativa a casa di tutte le persone interessate in base all'estrazione dei dati del Pra. Pubblicando sul nostro sito un modulo generato online che riproduce fedelmente quello sancito dal giudice come ufficiale per partecipare all'azione: ciò allo scopo di ridurre al minimo gli errori di trascrizione. Sono state anche create delle faq per i casi limiti, predisponendo un help-desk implementato».

Negli ultimi giorni sono fioccate adesioni ad un ritmo di 3 mila al giorno, rischiando di mandare in tilt server e fax del tribunale. «Noi abbiamo inviato le lettere per tempo, le ultime la seconda metà agosto. Naturalmente c'è sempre il fenomeno di chi si muove all'ultimo momento. Il giorno del termine era una domenica e in questo siamo stati sfortunati. In ogni caso il giudice ha incaricato un perito, anche su nostra istanza specifica, con lo scopo di recarsi in cancelleria e fare un resoconto dettagliato della richieste arrivate e redigere un elenco: solo a quel punto potremo dare un riscontro ai singoli. Siamo curiosi di vedere quali moduli non sono andati a buon fine per verificare i motivi e far valere eventualmente le ragioni di chi li ha inviati. Nell'ultimo periodo sono arrivate anche molte raccomandate, su consiglio stesso della cancelleria».

Altroconsumo però non lascerà solo chi è arrivato in ritardo. «Chi ha aderito all'azione avrà un accesso facilitato al risarcimento. Ma ci riserviamo di supportare le persone che eventualmente ci contatteranno in un secondo momento», dice l’avvocato Immi. «Tutti avranno la possibilità di andare davanti al giudice con in mano il precedente della class action. I costi saranno comunque molto contenuti».

La prossima udienza è fissata per il 6 di dicembre. «Ci auguriamo di ottenere una sentenza già nel 2018», conclude il legale. «Non ci aspettiamo consulenze tecniche: siamo di fronte a una controparte che ha confessato».













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