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Dieta vegana al figlio, mamma denunciata

La donna l'avrebbe imposta fin dalla nascita causando un rallentamento della crescita. E' accusata di maltrattamenti



TRENTO. Niente carne ma, soprattutto, nessun cibo di origine animale. E quindi neppure latte di mucca. Un regime alimentare vegano quello abbracciato dalla madre e trasmesso (imposto, come viene spiegato nella denuncia) ad un bambino sin dalla sua nascita. Una dieta che si è trasformata in uno dei capi d’accusa per maltrattamenti in famiglia di cui la giovane madre dovrà rispondere. Ad accusarla l’ex marito e padre del piccolo che ora ha circa sei anni. E che, in base ad una decisione presa da giudice durante il procedimento per la separazione, adesso vive con il papà.

Una vicenda complicata nella quel si mescolano più situazioni e che ha portato ad un avviso di conclusione delle indagini nei confronti della madre 25enne. Che viene accusata di diversi atteggiamenti considerati negativi nei confronti del piccolo. Come quello relativo al regime alimentare del bambino. Avrebbe negato al figlio - sostiene la procura - una corretta alimentazione, rallentandone la crescita e privandolo da subito di carne e latte vaccino. Un deficit della crescita che è stato certificato dai medici, quando il bimbo aveva un anno, in seguito ad un ricovero in ospedale.

A raccontare in una denuncia questo aspetto e gli altri episodi, l’ex marito della donna che ha anche detto ai carabinieri di come il bambino fosse stato cresciuto in un clima di «estremismo religioso» non avendo avuto accesso a nessun tipo di giocattolo (se non un cucchiaio di legno, di quelli che si utilizzano in cucina), non avendo avuto diritto a nessun tipo di regalo. Non solo. Nei momenti dei capricci, normali in un bambino di pochi anni, sarebbe stato chiuso dalla madre in una stanza al buio, da solo anche per mezz’ora.

La donna è anche accusata di aver picchiato il figlio lasciandogli dei segni sul corpo e gli avrebbe fatto tanta paura da provocare degli incubi nel bambino. A raccontare tutto questo, lo ricordiamo, è il padre. Un quadro molto pesante all’interno del quale si inserisce anche l’accusa di sottrazione di minore e di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.

Nel giorno in cui avrebbe dovuto riportare il figlio dal padre - come stabilito dal giudice nel procedimento di separazione - infatti, lei avrebbe preso il piccolo per andare da un parente non facendosi sentire e non avvertendo, tanto che c’era stato anche l’intervento da parte dei carabinieri. Tutte accuse che si ritrovano sia nella causa per la separazione che in quella penale. Accuse che la donna - che si è rivolta per la sua difesa all’avvocato Michele Busetti - rifiuta. Nel senso che nega di aver mai fatto del male al piccolo e ha chiesto di poter essere interrogata per rispondere sui vari punti.













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