Disabili: aperta inchiesta sul Centro di via Fago

Indaga la Procura, bloccata gara da 3 milioni di euro per la fornitura degli arredi I genitori: «I nostri figli da 8 anni ai Bagni di Zolfo. La ristrutturazione, una farsa »


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Doveva essere una normale ristrutturazione, si è trasformata in un incubo: dopo una serie di rinvii dell’apertura, adesso un nuovo stop in quanto è in corso un’inchiesta della magistratura.

Dopo otto anni di attesa gli ospiti del Centro di riabilitazione - una sessantina di persone che usufruiscono del convitto e dei laboratori - non sanno ancora quando potranno tornare in via Fago. A farsi portavoce di una situazione che sta diventando paradossale il Comitato genitori servizio handicap.

Tutto è iniziato nel 2006 quando la Provincia ha deciso di ristrutturare il vecchio complesso color mattone che sorgere in cima a via Fago. Si sono ricavati 27 posti letto oltre ad uffici, laboratori e locali per le terapie riabilitative. Il prezzo dell’operazione però era salato non solo in termini economici - 12 milioni e 573 mila euro - ma anche a livello di disagi.

Gli ospiti, tutte persone con problemi seri di handicap, otto anni fa hanno dovuto trasferirsi ai Bagni di Zolfo, una struttura fatiscente scomoda da raggiungere dai parenti che spesso sono persone anziane, ma doveva trattarsi di una sistemazione provvisoria e quindi anche i disagi sembravano sopportabili. La ristrutturazione è iniziata nel 2011 e il complesso doveva essere nuovamente operativo dall’ottobre del 2013.

«Sono passati i mesi - dicono i genitori - e sono arrivati una serie di rinvii. La struttura è finita, mancano gli arredi. In realtà la gara (base d’asta 3,4 milioni di euro) c’è stata ed è stato scelto anche il vincitore, ma è qui che sono sorti nuovi problemi. Da quanto sappiamo noi chi si è aggiudicato i lavori non avrebbe tutti i requisiti, in quanto avrebbe presentato della documentazione non corretta. La Provincia ha dunque provveduto a bloccare tutto e ora è in corso un’indagine della Procura».

Il fascicolo è sul tavolo del sostituto procuratore Igor Secco.

«A questo punto però - dicono i genitori - nessuno si azzarda a fare ipotesi sui tempi in cui si potranno riprendere e concludere i lavori in via Fago».

Ciò significa che gli ospiti del Centro di riabilitazione si preparano a trascorrere un’altra estate e a questo punto forse anche un altro inverno ai Bagni di Zolfo. Una struttura fatiscente che era originariamente un albergo, quindi ristorante punto di ritrovo degli appassionati di hockey. Poi il cambio di destinazione: sono arrivati gli anziani per consentire al Comune di ristrutturare le case di riposo, dopo le infermiere straniere. Nel 2006 è toccato appunto alle persone con handicap. L’edificio sarebbe da ristrutturare radicalmente, ma finora si è andati avanti tamponando proprio in considerazione del fatto che si trattava di una sistemazione provvisoria.

«I Bagni di Zolfo - dicono i genitori - sono stati costruiti sotto il livello dell’acqua e le pompe sono sempre in funzione: a causa dell’umidità il pavimento a pianoterra si è alzato ed è stato necessario rifarlo, si sono poi verificati anche crolli di controsoffitti e le infiltrazioni d’acqua sono all’ordine del giorno. I ragazzi dovranno affrontare una nuova estate in un ambiente afoso dove l’aria col calo diventa irrespirabile per la muffa e l’odore di marcio».

Le famiglie sono preoccupate, non sanno più a chi rivolgersi: «Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni».













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