Discariche, c’è un piano per ridurle

Ma non verranno chiuse tutte: servono siti di stoccaggio per le scorie del nuovo termovalorizzatore a Bolzano sud


di Davide Pasquali


BOLZANO. La Corte di giustizia della Unione europea ha condannato l’Italia a pesantissime sanzioni pecuniarie per non avere dato esecuzione ad una sentenza della stessa Corte del 2007, che aveva constatato l’inadempimento alle direttive sui rifiuti, con particolare riferimento alle discariche, delle quali ben 218 non rispettavano le prescrizioni comunitarie minime. Diciotto le regioni fuori legge. Ma l’Alto Adige si salva. «In provincia di Bolzano - spiega Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio gestione rifiuti - ci siamo adeguati da diversi anni, anzi, abbiamo recepito direttamente le norme europee e siamo stati fra i pochissimi a rispondere alle richieste di delucidazioni da parte dello Stato». Al momento attuale, le discariche altoatesine, seppure a norma e non pericolose, sono inoltre per buona parte in fase di dismissione, dopo l’avvio del nuovo impianto di smaltimento di Bolzano Sud, dove ora converge gran parte delle immondizie prodotte a livello provinciale. Non verranno però chiuse tutte, le discariche, perché l’inceneritore, bruciando i rifiuti, produce comunque delle scorie di lavorazione, che - succede oggi, come dovrà succedere anche in futuro - devono essere stoccate da qualche parte.

A livello nazionale, la Commissione europea prima e la Corte di giustizia dell’Unione europea poi, avevano bocciato 218 discariche ubicate in diciotto delle venti regioni italiane, perché non conformi alla direttiva «rifiuti»; inoltre, sedici discariche su 218 contenevano rifiuti pericolosi, in violazione della direttiva «rifiuti pericolosi»; infine, l’Italia non aveva dimostrato che cinque discariche fossero state oggetto di riassetto o di chiusura ai sensi della stessa direttiva «discariche di rifiuti». Ora l’Italia pagherà una sanzione forfettaria di quaranta milioni di euro più altri 42,8 milioni per ogni semestre di ulteriore inadempimento, con sconti progressivi ogni qual volta ci si adeguerà su una delle discariche sotto accusa.

«L’Alto Adige non è coinvolto dalla sanzione, siamo in regola», chiarisce Angelucci. «Anzi, oltre a non essere pericolose, le nostre discariche in buona parte oggi sono in fase di chiusura. Aperte sono attualmente solo le discariche di Dobbiaco, Badia e Brunico. Almeno una delle tre in futuro verrà però chiusa, probabilmente quella della val Badia, e forse anche Dobbiaco». Aperta è poi Vadena, ma soltanto nella parte appena ampliata. Come aperta rimane per ora pure quella di Sacco, vicino a Fortezza. Lana invece è chiusa, ma per adesso soltanto momentaneamente. «Autorizzate e definitivamente chiuse sono invece la vecchia discarica di Vadena e quella di Pontives, in Gardena». Altre ne chiuderanno nei prossimi tempi, progressivamente. «In futuro avremo bisogno di molto meno spazio rispetto agli anni scorsi, ma il nuovo inceneritore comunque produce scorie, che devono poi essere stoccate». Non servirà però più spazio per i rifiuti provenienti da fuori provincia, soprattutto perché, almeno per i prossimi due o tre anni non ne arriveranno: tecnicamente e soprattutto normativamente non è possibile.

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