Domeniche aperte, appello alle catene

L’assessore Widmann: «Un patto con i grandi store su un tetto massimo di aperture per non stritolare i piccoli negozi»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. La domenica i negozi potranno aprire sempre, anche in Alto Adige. Lo ha deciso la Corte Costituzionale che nei giorni scorsi ha dichiarato incostituzionale (e dunque illegittimo) l'ordinamento provinciale che regolamenta orari e giorni di apertura.

L’assessore provinciale al commercio, Thomas Widmann, spiega che contro la decisione dell’Alta Corte non c’è più nulla da fare. «Così è... non possiamo che prenderne atto». Assessore adesso che succede? «Abbiamo appena ritirato la legge». Come dire basta legacci. I commercianti da adesso in poi cosa possono o non possono fare? «In teoria possono fare come vogliono ed aprire, se credono, anche tutte le domeniche ma noi cercheremo di trovare un accordo di gentlemen agreement, anche con le grandi catene (soprattutto Zara, H&M, Coin, Oviesse ecc.), per stilare una sorta di calendario comune per aprire alcune domeniche, non tutte. Dobbiamo venirci incontro. Capisco le singole esigenze ma abbiamo anche il dovere di salvaguardare i negozi a conduzione familiare che rischiano di essere stritolati dalla liberalizzazione». La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo anche l'ordinamento che vieta il commercio al dettaglio nelle zone produttive, questione che Widmann considera al momento sospesa. «Abbiamo scritto una nuova legge che ci dà un anno di tempo per il nuovo regolamento. Un ritardo che, almeno è quello che spero, ci permetterà di trattare col nuovo governo».

In estrema sintesi la Provincia getta la spugna per quanto riguarda orari e domeniche, ma non molla sulla vendita al dettaglio in zona produttiva.

Le associazioni di categoria stanno con l’assessore.

Paolo Pavan, direttore di Confesercenti, spiega che non è pensabile che i negozi tengano aperto anche di domenica. «Ha ragione Widmann. Dobbiamo incontrarci e percorrere la strada dell’autoregolamentazione trovando un coordinamento comune a livello cittadino, del singolo comune e anche dei singoli rioni». Secondi lei le grandi catene cosa faranno? «Spero che ascoltino anche se c’è sempre chi fa quel che vuole. Ma ricordo che la deregulation sugli orari è follia». Pavan chiede anche di regolamentare il dettaglio in zona produttiva. «La Provincia ha detto che il centro commerciale deve essere uno solo e noi siamo d’accordo«.

Dado Duzzi vicepresidente dell’Unione. chiede a sua volta che gli esercizi commerciali si diano un codice di autoregolamentazione sugli orari: «Serve un cartello comune, altrimenti non se ne esce».

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