Donazione organi, Merano apre la strada

Chi rinnova la carta d’identità farà una dichiarazione con valore giuridico. Coinvolto anche il Consorzio dei Comuni


di Simone Facchini


MERANO. Merano sarà tra le prime città in Italia - e avrà ruolo di apripista in Alto Adige - dove sarà possibile esprimere la propria volontà o il diniego alla donazione degli organi contestualmente al rilascio o al rinnovo della carta d'identità. Con un voto unanime, il consiglio comunale ha dato l'ok al progetto approvando una mozione presentata dal Pd. Il provvedimento spiana la strada all'incremento del numero di registrazioni al Sistema informativo trapianti del Ministero della Salute, al quale accedono i medici. Un progetto pilota a Perugia e Terni sta dando ottimi risultati: Merano si attiverà sullo stesso solco.

Dichiarazione. Oggi per dichiarare la propria volontà in materia di donazione di organi e tessuti è necessario compilare un modulo alla Asl di appartenenza o firmare l'atto olografo dell’Aido. Oppure ancora scriverla in carta libera e portarla sempre con sé. Insomma, si chiede al cittadino il primo passo. Con il nuovo sistema, invece, si rovescia la prospettiva: è l'amministrazione che si premura di informarlo e a fornirgli l’opportunità. Starà poi allo stesso decidere se esprimere il proprio “sì” o il proprio “no” all'espianto, oppure se non comunicare nulla. A ogni modo, tutti verranno a conoscenza della possibilità perché tutti, prima o poi, devono rinnovare la carta d'identità. In quel momento – o al primo rilascio – all’anagrafe gli verrà consegnata un'informativa. Il cittadino potrà manifestare subito la propria volontà o in un secondo momento oppure ancora non rispondere. Nel caso decidesse di indicare il proprio assenso o diniego, la sua decisione verrà registrata direttamente nel Sistema informativo trapianti dove la riservatezza è garantita per legge. La dichiarazione avrà valore legale e nessuno vi si potrà opporre.

Procedura. Approvata la mozione in consiglio, ora a Merano sarà necessaria una delibera della giunta comunale. Il Comune dovrà verificare il proprio software e produrre un preventivo di spesa. Successivamente la delibera e i dati del software dovranno essere comunicati al Centro nazionale trapianti. Sarà necessaria inoltre l'autorizzazione da parte del Ministero della Salute ad aprire un registro collegato al Sistema informativo. Difficile stabilire la tempistica: tutto dipende dalla burocrazia.

Basi giuridiche. Attualmente in Italia si applica il principio del consenso o dissenso esplicito. Nel caso in cui un cittadino non si sia espresso, il prelievo degli organi è consentito solo se i familiari aventi diritto non vi si oppongono. Una scelta spesso non facile. Il nuovo iter si ispira al progetto Ccm (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) “La donazione organi come tratto identitario”. L'iniziativa nasce per dare attuazione alle previsioni del decreto legge 30 dicembre 2009 (n.194, articolo 3 comma 8 bis), convertito dal decreto “Milleproroghe” del 26 febbraio 2010, sul tema dell’espressione della volontà a donare gli organi al momento del rilascio della carta d'identità. Nel 2008, il decreto ministeriale dell'11 marzo prevedeva l'ampliamento dei punti di ricezione della dichiarazione, al fine di favorire la promozione della cultura della donazione degli organi, coinvolgendo i Comuni e i centri di riferimento regionali per i trapianti.

Avanguardie. Il progetto-pilota su base nazionale è stato avviato a Terni e Perugia nel marzo dell'anno scorso. Nei primi sei mesi sono state registrate tremila adesioni. A gennaio Cesena ha seguito l'esempio, e ora altre regioni si stanno attrezzando tra le quali la Toscana: in un paio di mesi dovrebbero partire Firenze, Rosignano e Sorano. Solo tre amministrazioni dell'intera regione, perché da Roma avrebbero chiesto di non inviare subito troppi dati per non sovraccaricare il sistema.

Altri Comuni. «Ho ringraziato i colleghi che di fronte a un tema di questa rilevanza hanno compiuto quella che credo una scelta di civiltà», afferma Vanda Carbone, la capogruppo del Pd che ha presentato la mozione. «È una decisione che fa onore alla città. Fra l'altro nel documento è presente un'indicazione con cui Merano cercherà di sensibilizzare il Consorzio dei Comuni sulla questione».

L'iniziativa del Pd era stata sostenuta anche dall'Aido Alto Adige: «Non poso che esprimere grande soddisfazione», commenta la presidente Annamaria Saviolo. «Merano può fungere da apripista in tutta la provincia. Fra il resto in riva al Passirio sta lavorando ottimamente, sul piano della sensibilizzazione, il dottor Gerold Drüge, primario di rianimazione dell’ospedale Tappeiner. Inoltre ho già avuto contatti con il sindaco di Bolzano e presto dovrei incontrarmi con altri suoi colleghi».

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