Donna truffa il parroco, 180 mila euro in 9 anni

La denuncia dopo continue pressioni e minacce. Il sacerdote ha utilizzato anche i fondi della canonica. Sul banco degli imputati una coppia di nomadi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Avrebbe tenuto botta per nove anni alle ripetute richieste di aiuti economici. Poi, dopo essere stato anche minacciato e ricattato, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri denunciando una donna che «lo teneva da tempo sotto pressione». E’ la storia di un parroco sudtirolese di periferia che anni fa avrebbe ceduto alle sollecitazioni di una giovane donna che chiedeva un aiuto finanziario per superare un prolungato periodo di difficoltà. La vicenda è stata ricostruita ieri mattina davanti al tribunale di Bolzano.

Il sacerdote, ora piuttosto anziano e con qualche acciacco di troppo, è stato sentito per quasi due ore in qualità parte lesa. Il religioso lamenta un danno economico di circa 180 mila euro. Una vera e propria montagna di soldi per chi è abituato a fare i conti ogni mese con le piccole necessità. Sul banco degli imputati, accusati di truffa ed estorsione nei confronti del parroco, ci sono due nomadi di origini calabresi. Si tratta di Stella Gabrielli e di Luca Iemma.

La posizione processuale più pesante è quella della donna. Sarebbe stata proprio Stella Gabrielli, nel 2003 (quando aveva 23 anni) a convincere il sacerdote a darle per la prima volta fiducia.

Si conobbero in un piccolo paesino della val Venosta. Fu in quel periodo che il sacerdote mise per la prima volta mano al portafogli ed ai propri risparmi fornendo una prima somma di denaro, circa 5 mila euro. Avrebbe dovuto essere un prestito. In realtà quei soldi, così come tutti gli altri via via anticipati dal prete, sono spariti nel nulla ed al sacerdote non è rimasto che sporgere denuncia dopo essersi reso conto del raggiro infernale in cui era finito.

Il prete non ha saputo spiegare con un discorso logico razionale come e perchè gli aiuti siano andati avanti sino al 2012 (dunque per 9 anni).

Sta di fatto che il prete ha raccontato che dopo un primo periodo in cui le dazioni avvenivano facendo ricorso ai propri risparmi personali, in un secondo tempo si sarebbe trovato nelle condizioni di dover utilizzare i soldi della parrocchia. La giovane donna nomade lo avrebbe saputo e, con il passare dei mesi e degli anni, il parroco sarebbe stato ricattato proprio su questo punto. Sotto la minaccia di far esplodere un caso destinato ai piani alti del clero, la donna (spalleggiata dal suo compagno) avrebbe tenuto sulla corda il sacerdote chiedendo sempre più soldi sino a quanto il religioso ha deciso di chiudere la vicenda rivolgendosi ai carabinieri.

I militari dell’Arma hanno assistito a distanza all’ultimo incontro avvenuto per la consegna di denaro. Proprio in quella occasione la donna è stata identificata. La successiva denuncia del prete ha fatto scattare l’inchiesta giunta ora davanti al tribunale. Come detto gli imputati sono due: oltre a Stella Gabrielli di 37 anni è accusato di aver preso parte al raggiro e alle pressioni sul sacerdote anche il compagno della donna la cui posizione, però - sotto il profilo processuale - è più defilata.

Le indagini non hanno permesso di appurare come i soldi siano stati spesi da due imputati. La somma di denaro (secondo il sacerdote circa 180 mila euro) non verrà ovviamente più recuperata e sarà anche difficile avere certezze sull’entità del danno arrecato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità