Donne nei cda: privato meglio del pubblico

In azienda aumentano le manager, ma nelle controllate sono ancora l'eccezione


Mirco Marchiodi


BOLZANO. La nuova legge sulle quote rosa nelle società statali e quotate in borsa rivoluzionerebbe completamente il panorama dei cda pubblici altoatesini: il limite minimo del 20% previsto dalla norma voluta dal ministro Carfagna si raggiunge infatti solo in cinque società. Va meglio nel settore privato, dove il passaggio generazionale ha già comportato l'ingresso di molte donne in aziende anche storiche come Salewa, Roner o Piroche.

PROVINCIA MASCHILISTA. A fine aprile Martha Gärber è stata nominata presidente della Bls. Una designazione quasi rivoluzionaria, quella decisa dall'assessore Thomas Widmann, visto che fino a poche settimane fa non c'era nemmeno una donna alla guida di società provinciali. A tenere alta la bandiera rosa c'era Adelheid Stifter, direttrice delle Terme di Merano, l'unica altra azienda controllata dalla Provincia che oggi rientrerebbe nei parametri richiesti dalla legge sulle quote rosa grazie alla presenza nel cda a cinque dell'albergatrice Ingrid Hofer. In tutte le altre controllate, le donne sono sottorappresentate, o quanto meno lo sarebbero, visto che la normativa sulle quote rosa non tocca le società provinciali. Se aziende come Alto Adige Marketing (con Irmgard Prader) o il Tis (con Manuela Nocker, la docente universitaria che fa parte anche del consiglio dell'università di Bolzano) contano almeno una rappresentante femminile, le altre - e sono la maggior parte - hanno cda tutti al maschile. Nessuna donna siede nel "board" della holding provinciale dell'energia Sel, né in quella dei trasporti, la Sta, e nemmeno nella società di gestione dell'aeroporto Abd, nell'Agenzia CasaClima o in Informatica Alto Adige.

IL CASO AUTOBRENNERO. Non che passando alla Regione o al Comune le cose cambino molto. Fa impressione il consiglio di amministrazione dell'Autostrada del Brennero, il più numeroso (ma anche il più costoso) dell'intero panorama delle aziende pubbliche. Su 14 componenti non c'è neppure una donna e solo la designazione del ministero dell'Economia di Silvana Caudai a presidente del collegio dei sindaci evita che il management dell'A22 sia completamente senza donne. Sono 13 i consiglieri del Mediocredito, con Rita Dallabona unica rappresentante femminile.

Il Comune di Bolzano ha inserito nel suo statuto una presenza minima pari ad almeno un terzo di donne nei cda delle controllate, ma la percentuale non si riferisce - come nel caso della legge nazionale - alle singole società, bensì al totale delle nomine di competenza comunale, fatto che spiega la scarsissima presenza femminile nei cda delle aziende comunali che contano. Sono infatti zero le donne nel cda di Azienda Energetica (ma Daniela Vicidomini è presidente del collegio sindacale), zero quelle nel cda di Seab e una sola quella nel cda di Sasa (Bianca Monti). Zero donne anche in Fiera e ai Magazzini Generali, mentre fa eccezione il mercato generale, che conta due donne su sei nel cda e ha in Alda Picone la sua presidente. E senza donne è anche il prossimo cda da nominare, quello della società dell'areale ferroviario. La Provincia ha confermato Gerhard Brandtsätter e Hermann Berger e spetterebbe ora al Comune individuare la rappresentante (o le rappresentanti) femminili, cosa per nulla semplice visto che - Svp cittadina permettendo - il sindaco Luigi Spagnolli non intende rinunciare ai due consiglieri uscenti Stefano Rebecchi e Carlo Azzolini che al momento completano il cda in attesa di essere rinnovato.

PIONIERE E NUOVE LEVE. Se nel settore pubblico le donne sono praticamente assenti o quasi, nel privato la situazione è diversa. Non tanto a livello di associazioni di categoria (tutte, sindacati compresi, sono guidate da uomini così come gli ordini professionali con l'unica eccezione costituita da quello degli architetti, presieduto da Dorothea Aichner), quanto nelle singole aziende. Dopo Margarethe Fuchs, che nel 1989 alla scomparsa del marito Luis, aveva preso in mano le redini dell'azienda, alla Forst è iniziata l'era di Margherita Fuchs, che ha portato la quarta generazione alla guida dell'azienda. Dalla birra alla grappa: la distilleria fondata nel 1964 da Gottfried Roner dal 2007 è guidata da sua nipote Karin (presidente anche del compronsorio Bolzano Land di Assoimprenditori, il più numeroso dopo quello di Bolzano città e della Pusteria) e in azienda lavorano anche la sorella Gudrun e le cugine Monika e Petra. Nel settore vinicolo non si può non citare Elena Walch, che ha fondato l'omonima cantina di Termeno.

A Merano la Piroche fondata nel 1981 da Mario Pirone e Henri Chenot è sempre più saldamente in mano alle due figlie di Pirone, Deborah (sposata con Riccardo Felicetti, che guida il noto pastificio di Predazzo) e Sonia. Passaggio generazionale in corso anche nella famiglia Oberrauch. La 26enne Elisabeth nel 2010 è entrata nel consiglio di Sportler, l'azienda fondata da papà Georg, mentre la cugina Ruth guida il settore marketing della Salewa che fa capo a Heiner Oberrauch. È tutta femminile anche la guida della Glas Müller. Christine, la presidente, è la figlia del fondatore Eugen ed è anche a capo della Assovetro nazionale all'interno di Confindustria, mentre l'amministratore delegato è Francesca Righetti. Tra le imprenditrici più note della provincia c'è Maria Niederstätter, che dal 1975 è la "signora delle gru".

La Niederstätter è anche una delle pochissime donne a sedere nel "board" di una banca, quello della Cassa di Risparmio (l'imprenditrice fa anche parte del più ristretto comitato esecutivo) dove è presente anche la commercialista Marina La Vella, mentre nel consiglio di amministrazione della Banca Popolare c'è Margit Tauber. Non solo ricambio generazionale, perché il management in rosa molto spesso è legato all'innovazione. Ne è un esempio Flora Kröss, ex impiegata bancaria che assieme al marito Ernst Wohlgemuth negli anni Novanta ha fondato la Ewo che oggi produce impianti di illuminazione che vengono venduti in tutto il mondo. Ma un vulcano di idee è anche Martina Schullian, che ha trasformato la giardineria di San Maurizio in un luogo noto anche per gli eventi culinari e i vernissage. Innovazione o espansione, come alla Senfter, dove ora che è tornato dalla Cina Helmuth, figlio del re dello speck Franz, all'estero ci è rimasta Irene, che guida la filiale americana dell'azienda di salumi nella quale lavora anche la sorella Sieglinde.

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