Dopo la lupa ed il leone a lucido anche le balaustre 

Partirà tra due mesi l’operazione di pulizia e risanamento sulle pietre e i decori Il ponte costruito dalla “Wagner” di Vienna fu consegnato a inizio Novecento


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Quelle balaustre sono lì dal 1900. Ma adesso la lente è finita su di loro: le piccole colonne neorinascimentali, i piani delle panchine, le palle, citazioni di un secolo eclettico, verranno pulite, risanate, riparate e rilucidate come mai prima. Insomma, il ponte è finito dall'estetista. "Non è stato facile - dice il sindaco - perchè si tratta di elementi sottoposti alla giurisdizione delle Soprintendenza ma ora li prenderanno in consegna i nostri tecnici dei lavori pubblici”. Partirà tra due mesi l'operazione sulle pietre e i decori.

Ricordiamo che nel 1977 la struttura - diventata pericolante - era stata chiusa al traffico (e dal 1985 anche a quello pedonale). Accanto venne montato un Bailey militare "provvisorio" che rimase per 13 anni. Il Comune voleva demolire ponte Talvera e costruirne uno nuovo a sei corsie. Contro il progetto si schierano molti bolzanini e un comitato per la tutela dell'opera. Dopo sette anni di battaglia e 23 mila firme contro l'abbattimento, il Comune fece marcia indietro. Il ponte venne risanato, riaperto e restituito alla città.

E adesso dopo il restauro della lupa e del leone e del risanamento dei piloni che le sostengono, parte la fase che interessa il Novecento: dal regime agli Asburgo, dunque. Tenendo dentro tutta la storia complessa della città e delle sue componenti monumentali. Ma l'agenda del municipio in quel contesto di grande sensibilità sia storica che architettonica che, soprattutto, politica è articolata. Eccola: 1) dopo un tavolo aperto con la Sovrintendenza via ai lavori di restauro delle balaustre in pietra e marmo sia sul versante che guarda Theiner e via Rosmini che su quello opposto verso la piazza e le passeggiate del Talvera; 2) sistemazione della griglia in ferro per risanare anche il secondo pilone di sostegno della lupa dopo che, della stessa griglia è stato liberato il primo; 3) si avvia a conclusione il restauro dei due animali-simbolo dell'"italianità" ribadita con il leone di San Marco e la lupa romulea che stanno per essere riconsegnati al municipio; 4) un tavolo, già attivo e presieduto dal sindaco, per decidere la futura collocazione delle sculture originali visto che in cima ai piloni ci finiranno due copie; 5) sta prendendo corpo, tra le due ipotesi, quella che prevede la ricollocazione di lupa e leone nel Museo civico, probabilmente nel cortile restituito, piuttosto che, come pareva mesi fa, nel museo del monumento alla Vittoria; 6) la data di risistemazione in cima alle loro colonne delle statue sarà quasi certamente successiva al 21 ottobre, data delle elezioni. Quest'ultimo è un passaggio non ancora reso ufficiale ma si avvia ad esserlo. La ragione? Il sindaco non vuole dare la stura a possibili se non probabili polemiche, soprattutto a destra e nel mondo tedesco, nel caso che lupa e leone tornassero a garrire in cima ai loro piloni come due bandiere diventando il simbolo di opposti nazionalismi. E, di conseguenza, fornendo soprattutto agli avversari politici della Svp un elemento di penetrazione elettorale visto che il partito di raccolta siede in giunta accanto a Caramaschi e al Pd. "Non vorrei che la vicenda venisse ancora strumentalizzata" confessa il sindaco. Che tuttavia fa notare come l'impegno del Comune sia sempre stato di salvaguardia storica della piazza e del suo ponte con considerati come un unicum urbanistico. "E infatti adesso ci occupiamo di risanare le balaustre di inizio secolo" aggiunge. Le quali sono testimonianze della storia più antica del ponte. Che fu costruito dalla Wagner di Vienna su commissione della Österreichische Alpine Montagegesellshaft, la Società di costruzioni alpina austriaca e consegnato alla città nel 1900. Novant'anni dopo, il 29 settembre del 1990 veniva poi definitivamente riattivato nelle sue forme originarie dopo che il Corpo d'Armata costruì il ponte sostitutivo e dopo che molto si dibattè, in quegli anni, se abbatterlo per rifarlo in senso contemporaneo o solo restaurarlo. Prevalse quest'ultima idea. E ora tocca alle sue balaustre. Che sono, accanto alle ringhiere di ferro che percorrono tutti e cinque i suoi archi metallici e di pietra, i due elementi più estetici e preziosi di una infrastruttura che è monumento.















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