Doppio passaporto gli Schützen: riunioni con Svp e Team K 

La petizione. Le 51 firme nella lettera all’Austria lasciano uno strascico di tensioni nei partiti Il comandante Wirth Anderlan: «È nato un comitato, ci siamo già incontrati tre volte» Critiche di Kompatscher, malumore nel gruppo. E Köllensperger gela i suoi: «È stato un errore»


Francesca Gonzato


Bolzano. Doppio passaporto, la lettera dei 51 a vienna è un incubatore di controversie e accuse intrecciate nei partiti.

Sven knoll merita come minimo il premio del persuasore d’oro. è stato il capogruppo della stf a convincere la svp ad approvare l’emendamento che cancellava «alto adige» dalla legge europea (ieri in commissione legislativa il primo passo per il reintegro della dicitura). ed è stato knoll a convincere dieci eletti su quindici della svp (con kompatscher non firmatario finito in minoranza) e quattro su sei del team k a firmare la lettera promossa dagli schützen. con knoll si è mosso anche andreas leiter reber (freiheitlichen), altro esponente degli schützen.

Come riferito ieri, l’elenco di chi chiede a vienna un incontro sul disegno di legge per la doppia cittadinanza va dai consiglieri e assessori provinciali ad ex politici della svp, sindacalisti asgb, imprenditori come gatterer, ex comandanti degli schützen e pure due religiosi (sotto l’elenco).

Gli Schützen

Il comandante degli Schützen Jürgen Wirth Anderlan ha incontrato ieri il presidente Arno Kompatscher. Era un appuntamento fissato da tempo per discutere di varie questioni, sulla lettera dei 51 non c’è stato alcun avvicinamento. «Il presidente resta della sua idea», riferisce Wirth Anderlan. E di fronte ai problemi interni a Svp e Team K si limita a riferire freddamente: «Di questa iniziativa discutiamo all’interno di un nuovo comitato». Si tratta dell’Inoes (Initiative Österreichische Staatsbürgerschaft für Südtirol). «Ci siamo incontrati già tre volte in ottobre», informa Wirth Anderlan, «partecipano il Team K con un esponente, la Svp, cambiando ogni volta il proprio rappresentante, il Forum Heimat, l’Heimatbund, l’Asgb e noi, gli Schützen».

Sull’iniziativa che riapre tensioni tra gruppi linguistici il comandante degli Schützen risponde: «Vogliamo sapere cosa c’è scritto dentro quel disegno di legge, visto che la Övp e la Fpö hanno dichiarato che intendono portarlo avanti nella nuova legislatura. Non sappiamo da chi sarà composta la maggioranza, ma i due partiti hanno i numeri per tenere fede al loro impegno».

Intanto in Austria

Il rinfocolare del dibattito sul doppio passaporto per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina arriva nel momento sbagliato, perché si sta discutendo di un rafforzamento della funzione di tutela dell'Austria rispetto alla minoranza altoatesina: così si leggeva ieri sulla Tiroler Tageszeitung, che dava conto anche di una certa freddezza del presidente tirolese Günther Platter sui metodi adottati.

Maretta nella Svp

Rafforzamento della potenza tutrice austriaca? «Di questo non sono informato», riferisce l’Obmann della Svp Philipp Achammer.

Nel gruppo Svp la petizione si è risolta in una conta che ha certificato gli equilibri interni: non hanno firmato Kompatscher, gli assessori Daniel Alfreider, Arnold Schuler e Waltraud Deeg, la consigliera Amhof. Questa la sintesi di Waltraud Deeg: «Grazie a mio padre ho avuto la doppia cittadinanza germanica-italiana, non potrei essere contraria al doppio passaporto, ma è un tema delicato, che non si affronta così, lasciandosi catturare dal marketing della Stf». Ma ieri lo sfogo di Kompatscher sulla «letterina» è diventato un boomerang. «Non ci è proprio piaciuto come si è espresso il presidente», riferisce Josef Noggler, dando voce al cattivo umore di tanti nella Svp. Perché la Svp continua a seguire la Stf? Così Achammer: «Ogni volta ribadisco che la Svp ha una posizione diversa rispetto ad altre forze. Questa volta la lettera promossa dagli Schützen prospetta un dialogo con il governo italiano che è una novità positiva. Non si tratta sempre di provocazioni».

Il Team K

Paul Köllensperger come leader politico smentisce la firma dei quattro colleghi: «È stato un errore. Noi vogliamo lasciare alle destre il tema del doppio passaporto. Abbiamo bisogno di buoni rapporti con Roma per risolvere i problemi della sanità. Queste bordate sono controproducenti». Due anni fa, nella precedente legislatura, Köllensperger aveva però firmato una petizione simile di Knoll. «Quella volta ho imparato la lezione. Adesso tocca ai miei colleghi».

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