«Doppio passaporto? Meglio la convivenza»
L’ex Obmann Svp, Roland Riz: in questa terra valorizziamo la pace ottenuta col secondo Statuto
BOLZANO. «Perché non cinque passaporti?» Risponde con ironia l’ex senatore Svp e Obmann del partito di raccolta, Rolanz Riz, sul tema della doppia cittadinanza per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina. «Non mi faccia dire altro, ai miei tempi l’argomento non faceva parte dell’agenda politica», ancora l’ex parlamentare, oggi novantenne. Poche parole, ma fa capire che il doppio passaporto non lo appassiona. Ricorda, invece, quegli anni in cui si trovò a guidare la Stella alpina dopo l’era Magnago, a cavallo tra il 1991 ed il 1992. Fu il periodo della quietanza liberatoria: il secondo Statuto d’autonomia veniva benedetto dall’Austria. «Ecco ricordiamoci questa data e diamo valore al concetto di pace per questa terra, un bene prezioso a favore di tutti quelli che vi abitano», ancora Roland Riz.
La parole dell’ex Obmann della Svp sembrano andare a braccetto con il pensiero espresso al nostro giornale dal vescovo Ivo Muser. «Il doppio passaporto è una richiesta anacronistica, che mina i valori della convivenza», ha sottolineato il presule. Ma anche dentro la Stella alpina la fuga in avanti sul tema da parte dell’attuale segretario Achammer non è piaciuta a tutti. Il senatore Zeller ha frenato e lo stesso governatore Kompatscher ha voluto rassicurare di persona il premier Gentiloni. In realtà quel passo all’interno del programma del nuovo governo austriaco è stato messo proprio perché richiesto dalla Svp, dalla giunta provinciale e dai partiti della destra tedesca, come ha avuto modo di dire lo stesso cancelliere Kurz. Quest’ultimo, una volta vista l’aria che tirava in Italia, si è affrettato a rimarcare come ogni scelta di Vienna sulla doppia cittadinanza verrà valutata insieme a Roma. D’altronde, le cose in politica cambiano in fretta, perché se è vero che nel 2012 passò una risoluzione a favore della doppia cittadinanza al congresso Svp, altrettanto vero è che già nel 2005 gli allora deputati Siegried Brugger e Karl Zeller furono i primi a tirare fuori l’argomento. E come si vede oggi lo stesso Zeller tira il freno per non guastare i rapporti con il governo italiano che in questa legislatura all’Alto Adige ha dato di tutto e di più.(m.dal)