Doppio passaporto, Vienna non ha fretta 

Ieri i consiglieri provinciali nella capitale austriaca. Urzì unico italiano. Kneissl: «Oggi ascoltiamo, la Brexit viene prima»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Vienna non ha fretta. C’è pure di mezzo la Brexit. «Molto più complicata», dice il ministro degli Esteri austriaco, Karin Kneissl. Così sul doppio passaporto la giornata di ieri, nella capitale che fu degli Asburgo, ha visto soprattutto uno scambio di vedute, un confronto di opinioni. «Qui, in particolare per ascoltare», ancora Kneissl. Già, le idee sulla doppia cittadinanza per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina. Ieri a Vienna, l’incontro organizzato dal governo d’Oltrebrennero ha visto la presenza di una trentina di persone in totale. Ci sono, oltre al ministro Kneissl, ma non il suo collega agli Interni Kickl, tecnici ministeriali ed esponenti di tutti i partiti austriaci, dalla Övp alla Fpö, dai socialisti alle formazioni minori. Da Bolzano - erano invitati i capigruppo - gli esponenti di Svp, Freiheitlichen, Südtiroler Freiheit, BürgerUnion e Verdi. Per il gruppo italiano l’unico presente Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) che in mattinata aveva organizzato una conferenza stampa per ribadire la sua posizione sull’argomento. «No al doppio passaporto, perché è una forzatura che alimenta una frattura profonda nella società altoatesina che si vorrebbe divisa fra cittadini di serie diversa», spiega Urzì. Assenti, volutamente, i consiglieri Tommasini (Pd) e Bizzo (Noi per l’Alto adige), contrari alla doppia cittadinanza, come lo sono i Verdi. Non c’è neppure Elena Artioli (Team Autonomie). «In Alto Adige si creerebbe una spaccatura tra le persone, allora meglio un passaporto europeo», evidenzia Hans Heiss dopo l’incontro. «Mi pare di aver capito che il ministro Kneissl non abbia alcuna intenzione di correre», ancora Heiss.

Cambiamo versante. Le destre tedesche, come da pronostico, si dicono invece soddisfatte. I tre partiti, che in consiglio provinciale contano 10 consiglieri su 35, rilasciano dichiarazioni di compiaciuta gioia. Tra tutte quella di Sven Knoll, (Südtiroler Freiheit). «Chiaro che la stragrande maggioranza dei sudtirolesi è favorevole ed in particolare sono da ringraziare i tirolesi che hanno sottolineato la valenza europea della doppia cittadinanza per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina», afferma Knoll. E la Svp? C’era il segretario Philipp Achammer, insieme al vicepresidente del consiglio provinciale Thomas Widmann. «Sì alla doppia cittadinanza, ma solo nello spirito europeo», è tornato a dire l’Obmann del partito di raccolta, ricordando che la Stella alpina si era già espressa a favore in un congresso nel 2012. «Si tratta ora di approfondire i dettagli e di cercare l’assenso dell’Italia», evidenzia Achammer, dopo aver incontrato anche il ministro austriaco alla cultura ed alle questioni europee Blümel, da cui ha ricevuto pieno sostegno sul doppio passaporto. Certo è che in questa fase l’Italia non ha certo voglia di dare il via libera alla doppia cittadinanza, come ha sottolineato di recente il ministro degli Esteri Angelino Alfano, imponendo all’ambasciatore italiano a Vienna di non partecipare ai colloqui.

Il quadro finale sul doppio passaporto allo stato degli atti? Avanti, piano, poi col tempo si vedrà. «Non siamo sotto pressione, credo che la Brexit sia più difficoltosa, urgente e complicata, visto che entro ottobre prossimo bisognerà trovare un accordo», dice Kneissl. Quest’ultima ricorda ancora come per Vienna il tema della doppia cittadinanza riguardi, oltre agli altoatesini, anche i circa 25 mila austriaci che vivono nel Regno Unito e i discendenti delle vittime dell’Olocausto. «Siamo a disposizione per colloqui con i nostri partner a Roma e Bolzano e, naturalmente, con il governo italiano ed i suoi rappresentanti», chiude Kneissl.

Ieri, la sua figura, l’ha comunque fatta Alessandro Urzì. Perché è andato a Vienna, non ha rifiutato il confronto ed ha espresso la sue posizioni. Parlando in lingua tedesca a casa degli austriaci. «Vanno chiarite le dichiarazioni del presidente della Provincia Kompatscher che ha fatto capire come del tema non si parlerà prima delle elezioni provinciali. Ma non ha detto che non se ne parlerà dopo. Chiederò a Bolzano a tutte le forze politiche di escludere la possibilità che negli accordi di coalizione per le giunta provinciale possa essere inserito un passaggio indiretto su questo tema e che anzi sia esclusa la possibilità per la Provincia di Bolzano di giocare un ruolo attivo in una iniziativa ambigua e pericolosa», chiude l’esponente di Alto Adige nel cuore.

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