Dorfmann cerca voti in Trentino per scansare la minaccia Leitner

Il candidato della Svp anche ieri in trasferta per la campagna elettorale: servono 50 mila preferenze La presenza dei Freiheitlichen può ridurre il tesoretto di voti dell’europarlamentare uscente



BOLZANO. «Sono stato l’europarlamentare di tutti, altoatesini e trentini e continuerò a esserlo»: Herbert Dorfmann l’ha promesso e in questa campagna elettorale per le europee di domenica ha frequentato più volte il Trentino. Era lì anche ieri, quasi alla vigilia del voto di domenica. Il candidato della Svp ha partecipato a un evento elettorale a fianco dei governatori Rossi e Kompatscher e Lorenzo Dellai. In questa campagna elettorale Dorfmann è appoggiato da Upt e Patt e cerca di sfruttare al meglio questa riserva di voti in funzione anti-Leitner. Sì, perché Pius Leitner (Freiheitlichen) nella lista della Lega può dare fastidio a Dorfmann e lo sa. La sua conferma a Bruxelles viene data per scontata, ma troppa sicurezza può essere pericolosa. Dorfmann deve ottenere almeno 50 mila preferenze per essere rieletto, così prevede la legge che consente il collegamento della lista Svp (minoranze linguistiche) a quella del Pd. Nel 2009 Dorfmann ottenne 83.088 preferenze. Molte più del necessario, ma da allora sono passati cinque anni, la Svp ha perso consenso e affronta la campagna elettorale con l’handicap dello scandalo vitalizi. Se è lecito ipotizzare che il tesoretto di Dorfmann si sia assottigliato, si capisce perché ogni voto trentino diventi prezioso. È la prima volta che la Svp alle europee si trova ad avere un esponente dei Freiheitlichen come avversario. L’obiettivo di Leitner sono circa 20 mila preferenze: se la Lega supererà il 4%, con 20 mila voti Leitner ha una chance di superare altri candidati della lista leghista (nelle altre regioni del nord c’è meno consuetudine con le preferenze). Non solo, Leitner può sperare di rubare voti a Dorfmann, avvicinandolo ancora di più alla soglia d’emergenza delle 50 mila preferenze. Leitner ostenta tuttavia fair play: «Con Dorfmann siamo avversari, ma non gioco contro di lui. Do per scontata la sua elezione. La mia campagna elettorale non è stata basata sullo slogan “o me o lui”, quanto piuttosto sulla opportunità di avere un sudtirolese in più a Bruxelles, per lavorare e anche per controllare la Svp, che si candida con il Pd e sostiene il candidato presidente Martin Schulz del Pse, essendo già pronta a tornare nel gruppo Ppe. È meglio non lasciare mai sola la Svp, né a Bruxelles né a Roma...». E magari farla tremare un po’. (fr.g.)

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