BOLZANO

Droga tra i teenager, è boom di richieste d’aiuto a Bolzano

I contatti con La Strada sono 170 l’anno: il 35% riguarda proprio i minorenni . La responsabile: «Cresce il consumo tra le ragazze ma anche l’uso di oppiacei»


di Alan Conti


BOLZANO. Alcol, psicostimolanti e sedativi da decompressione. È questa la sequenza che sempre più minorenni seguono durante le serate dedicate allo sballo. E in questo piano (pericoloso per la salute) c’è spazio per superalcolici, droghe sintetiche, cocaina e per anestetizzanti oppiacei come l'eroina da fumare. Nel giorno dedicato al contrasto alla droga un quadro preciso lo fornisce la responsabile di settore dell'associazione La Strada Der Weg. Marina Bruccoleri. Prima di arrivare ad una vera dipendenza, infatti, c'è il consumo, in quantità più o meno rilevanti. «Abbiamo un progetto specifico che si chiama Exit e si concentra su questo aspetto. In un anno registriamo 170 contatti tra consumatori e familiari. Di questi il 35% riguarda casi con minorenni. Purtroppo sono in crescita e aumentano anche le ragazze che si stanno allineando alle percentuali dei maschi. Ci sono casi di giovani anche sotto i 14 anni. La costante in tutti i casi è quella dell'alcol. È sempre presente in qualche misura e serve a perdere il controllo. Il bidge drinking ha esattamente questa finalità. Parliamo, in media, di giovani di 15/16 anni». All'abbuffata alcolica, però, a volte si abbina il consumo di droghe. «Le più diffuse sono la cannabis e i suoi derivati, poi gli psicostimolanti. Spesso accade nelle serate trascorse in discoteca: si consumano mdma, ecstasy in pillole, cocaina da fumare o inalare». In un processo che sembra un incubo arriva peraltro un momento della serata in cui bisogna abbassare l'euforia e l'agitazione. «Il momento chill out poggia su sedativi o anestetizzanti. L'eroina da fumare, essendo un oppiaceo, è perfetta».

Questo, dunque, il quadro. «Ricordiamoci anche che non esistono sostanze leggere o pesanti, ma consumatori leggeri o pesanti. È la stessa differenza che corre tra chi è in grado di bere un bicchiere di vino a cena due volte la settimana e chi non può fare a meno di una bottiglia di whisky al giorno». La particolarità di «Exit», però, è che coinvolge anche i genitori. «Di solito sono proprio loro a rivolgersi a noi. Si accorgono che il figlio o la figlia non vanno più a scuola o al lavoro, che sono sempre più irritabili e che, magari, comincia a sparire qualcosa in casa fino al ritrovamento di alcune sostanze. A quel punto anche i genitori non devono sbagliare». In che senso? «Le due tendenze sono diventare oppressivi nei controlli oppure essere troppo morbidi perché “tanto è solo uno spinello”. Per questo offriamo sedute di coppia, anche colloqui di gruppo. Poi li vediamo assieme ai figli per un percorso comune».













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