«Due visioni diverse, decida l’assemblea»

BOLZANO. Non solo le polemiche al veleno. Il dopo primarie del Pd ha portato a Mauro Randi anche un esposto in procura per la mail a favore della sua candidatura partita dal suo indirizzo di posta...



BOLZANO. Non solo le polemiche al veleno. Il dopo primarie del Pd ha portato a Mauro Randi anche un esposto in procura per la mail a favore della sua candidatura partita dal suo indirizzo di posta elettronica del Comune. Ieri c’è stato un confronto con il sindaco Luigi Spagnolli. I rapporti restano tesi.

È al corrente della segnalazione in procura sulla sua mail?

«Non ne ho notizia, ma sono tranquillo. Ho consultato un legale: ho inviato una mail dall’ufficio impegnando il server del Comune per pochi secondi. Non credo che ciò possa configurare un danno per l’amministrazione comunale. Potrei aggiungere che un comportamento simile si è registrato anche con altre persone, ma io non vado a caccia di mail».

Al di là dei risvolti penali, non considera inopportuno fare campagna elettorale da un server dell’amministrazione?

«Sì, con il senno di poi. In futuro starò molto più attento all’uso degli strumenti del Comune. Sto pensando di rinunciare anche al telefono di servizio».

Come è andato il chiarimento con il sindaco sulla mail? I rapporti sembrano congelati.

«La comunicazione tra noi non è più così fluida. Il sindaco ha titolo di fare ciò che vuole, ma ho chiesto che se ne discuta anche in giunta con i colleghi assessori».

Proseguono i contatti con Liliana Di Fede, ma ancora nessuna soluzione all’orizzonte per un eventuale accordo sulla segreteria.

«Fino all’ultimo secondo ci sono gli spazi. Se non ce la faremo, se ne prenderà atto e voterà l’assemblea del Pd. In ogni caso l’assemblea si dovrà esprimere».

Siete a rischio spaccatura. Il circolo del Pd di Bressanone minaccia di restituire le tessere.

«Perché dovremmo dividerci? Fino a pochi giorni fa il partito è stato gestito con una larghissima maggioranza e una minoranza, di cui facevo parte. Non ci piaceva, ma non ce ne siamo andati».

Nessuna autocritica sul livello di inasprimento tra le parti?

«In campagna elettorale non ho sparato contro nessuno. Mi sono limitato a chiedere al sindaco di motivare perché da avversario delle primarie improvvisamente ha deciso di candidarsi ed ho sottolineato che tra me e Liliana Di Fede ci sono in gioco due differenti idee di partito».

Perché non accettare che Liliana Di Fede diventi segretario, visto che ha il 51% dei voti? Lei ha avuto il 41%

«Perché le nostre regole prevedono la maggioranza dei voti dell’assemblea. Se non ci sarà una proposta unitaria, dovremo accettare che sia l’assemblea a decidere il segretario e la linea politica che rappresenta». (fr.g.)

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