Durnwalder: «Fondi, solo io nel mirino»

Il governatore : «I miei colleghi hanno buttato gli scontrini, io sono pignolo. Ma non posso offrire würstel al Dalai Lama»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dopo aver presentato un memorandum di 40 pagine in Procura e alla Corte dei Conti il governatore altoatesino torna sulla spinosa vicenda dei fondi riservati, per la quale la magistratura contabile ha aperto un’inchiesta nel 2012. In quest’occasione Durnwalder lo fa con ironia ma non rinuncia a tirare in ballo l’ex presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai e il governatore del Tirolo, che a suo dire avrebbero «buttato tutti gli scontrini, senza per questo essere al centro di alcuna inchiesta. Il mio unico errore è stato quello di rendicontare tutto, fino all’ultimo centesimo».

Il presidente della giunta provinciale, pur rimettendosi alla sentenza dei giudici, ha fatto intendere chiaramente di sentirsi quasi un perseguitato. «Mi sembra ovvio - ha commentato con un largo sorriso e allargando le braccia - che non posso offrire al Dalai Lama un würstel e un bicchiere di acqua del rubinetto».

Durnwalder ha ribadito di aver gestito il fondo rispettando la legge e di essersi comportato «come un buon padre di famiglia». «Il mio unico torto - ha aggiunto - è stato quello di aver documentato proprio tutto, mentre altri assessori e consiglieri ma anche l’ex governatore trentino Lorenzo Dellai e il governatore del Tirolo, che ho sentito al telefono, si sono limitati ad autocertificare l’utilizzo del fondo di rappresentanza nel pieno rispetto della legge». Lo stesso, secondo Durnwalder, avrebbe fatto anche il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba nel periodo in cui era presidente del Consiglio provinciale, dal 2006 al 2008. «Il rappresentante dei Verdi - ha aggiunto Durnwalder - ha fatto beneficenza ma non cambia nulla. La sostanza delle cose è davvero la stessa». Dello Sbarba ritiene invece che le due situazioni non siano certo equiparabili. «Ho chiesto alle associazioni sociali di presentare un progetto e alla fine ho scelto quello della Caritas che ha creato un fondo per gli altoatesini indebitati. E questo con il capitolo per “le spese di rappresentanza, i contributi e i sussidi straordinari”. È una situazione diversa. Non ho mai vestito i panni del benefattore con singole persone».

Per Durnwalder, in ogni caso, è solo una questione di pignoleria. «Dobbiamo parlarci chiaro. Sono cinquant’anni che le cose vanno in un certo modo e nessuno ha mai avuto qualcosa da ridire. Io sono l’unico a dovermi giustificare per l’inchiesta aperta dal dottor Schülmers, ora nelle mani della dottoressa Di Gregorio. Mi rimetto ai giudici, ma sono più che convinto di non aver fatto nulla di male».

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