Durnwalder: "Italiani troppo divisi"

Il presidente propone meno seggi in Comune per favorire le aggregazioni



 BOLZANO. Tra crisi economica, tensioni etniche e un governo nazionale di centrodestra, il 2009 doveva essere un anno nero per l’Alto Adige. «Ma a conti fatti - dice Luis Durnwalder - oggi firmerei subito per un 2010 simile all’anno che sta per finire». Il “Landeshauptmann” traccia un bilancio di fine anno positivo. C’è spazio anche per un augurio: «Più coesione tra gli italiani. Avere un interlocutore forte è importante anche per noi».
 Presidente Durnwalder, sta per concludersi l’anno della crisi economica.
 
«Sì. Le previsioni erano davvero pessimistiche, ma fortunatamente la realtà è stata diversa. Ovviamente la crisi ha raggiunto anche noi, ma la nostra economia ha retto bene. La disoccupazione è sotto il 3%, possiamo guardare con ottimismo al futuro».
 Le acciaierie Valbruna sono state una delle aziende colpite dalla crisi. Si è parlato di un possibile addio a Bolzano, cosa intende fare la Provincia?
 
«È chiaro che non vogliamo perdere un’azienda così importante. Faremo il possibile per mantenere qui la Valbruna, ma non ad ogni costo. Ognuno deve fare la sua parte. Abbiamo già deciso di dimezzare il canone di affitto, ora l’azienda deve investire per ridurre l’inquinamento».
 Il 2009 è stato anche l’anno dei referendum provinciali, in particolare di quello contro l’aeroporto.
 
«Va fatto un discorso complessivo sulle nostre infrastrutture. Agli ambientalisti dico che sulla raggiungibilità dell’Alto Adige dobbiamo parlare apertamente. Se vogliamo restare una terra con piena occupazione, attirare imprese da fuori, avere docenti universitari internazionali, ospitare congressi e portare qui turisti, non possiamo prescindere da infrastrutture di trasporto funzionanti».
 Quindi?
 
«Quindi l’aeroporto è un punto fermo ed è giusto che la Provincia paghi per poter fissare dei limiti massimi relativi ai prezzi. Al volo per Roma, aggiungeremo un collegamento a nord verso Francoforte e a est verso Vienna».
 Gli altri due nodi sono rappresentati da A22 e tunnel di base del Brennero.
 
«Sono strutture collegate. Il Bbt è un progetto irrinunciabile. Anche per questo è importante mantenere la concessione, solo così l’A22 potrà garantire il finanziamento trasversale. Bene aver vinto la gara per la Cispadana, ma sono contrario ad altri progetti di sviluppo. Non ci servono nuove autostrade».
 Trasporti locali: il tram per l’Oltradige si farà?
 
«Si farà un nuovo collegamento. Non posso dire che tipo di collegamento sarà, se un tram o un metro. Ci sta lavorando la Leitner. Certo è che dev’essere un progetto sostenibile: una spesa di 300 milioni non lo è».
 Per Bolzano la spesa è sempre troppo alta.
 
«Al contrario. Bolzano è il capoluogo e noi ne teniamo conto. A chi dice che abbiamo fatto poco ricordo le strutture sportive sul Talvera, l’Eurac, il Teatro, il Museion, l’università. E poi anche la recente permuta è andata a vantaggio del Comune. Non ci siamo fatti fregare, abbiamo deciso di proposito di aiutare Bolzano».
 Nel 2010 non ci sarà più Spagnolli. Dispiaciuto?
 
«Ci andavo d’accordo. Ma non supplichiamo nessuno».
 Come vede la corsa alle comunali?
 
«Con una certa preoccupazione. Gli italiani sono troppo divisi. Vorrei che ci fossero meno partiti, ma più forti».
 Più facile a dirsi che a farsi.
 
«Una soluzione ci sarebbe, anche se so di suscitare polemiche. Riduciamo i seggi in consiglio comunale, a quel punto aggregarsi sarà una necessità. Ne ho parlato con Calderoli, è un progetto a cui sta lavorando».
 Calderoli e Maroni: quanto sono stati importanti i ministri leghisti?
 
«Con Roma i rapporti sono migliorati. L’accordo sul federalismo è stato un punto centrale del 2009. La Lega ci ha aiutato, ma anche altri ministri come Tremonti».
 C’era chi temeva per l’autonomia.
 
«Timori che si sono rivelati infondati. Quindi niente autodeterminazione, finché Roma rispetta i patti non c’è motivo per chiederla».
 Galan sta per diventare ministro. Preoccupato?
 
«Per nulla. I nostri rapporti sono migliori di quanto non appaia sui giornali».
 Torniamo alla Provincia. Come va coi due nuovi assessori italiani?
 
«Bene. In giunta c’è un rapporto amichevole, quando Tommasini o Repetto sollevano certe questioni, le prendiamo sul serio».
 E le questioni etniche? Tra Schützen, cartelli dell’Avs e anno hoferiano se ne è parlato parecchio.
 
«Non so se siamo abbastanza maturi, ma la toponomastica e i relitti fascisti sono problemi che vanno risolti una volta per tutte».
 Quali sono le altre priorità per il 2010?
 
«La nuova legge elettorale, la zona oltre via Einstein e il programma per l’edilizia agevolata, a partire dal capoluogo. E poi c’è l’energia».
 Un affare milionario.
 
«Ma noi vogliamo coinvolgere tutti. Nella holding che gestirà le centrali per la produzione vorrei avere i Comuni al 20%. Stessa quota per l’azionariato popolare, alla Provincia resterebbe il 60%».













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