Durnwalder: «Mai chiesta la testa del procuratore»

Il governatore: «E questo anche se sul mio conto ha detto solamente bugie» Sulla vicenda il presidente della giunta sta valutando se presentare un esposto


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Non ho mai chiesto la testa del Procuratore regionale della Corte dei Conti Robert Schülmers, anche se sul mio conto - relativamente all'uso dei fondi riservati - ha detto tante bugie senza darmi la possibilità di difendermi. Mi risulta che sia stato allontanato da altri uffici ma io non ho alcun potere per quanto attiene eventuali trasferimenti di un qualsiasi magistrato»: il governatore altoatesino Luis Durnwalder è chiaramente infastidito per l'ennesima fuga di notizie che lo riguarda direttamente, ma questa volta non si limita a porgere l'altra guancia. E ha deciso di far partire le prime querele nei confronti del giornale (Il Fatto quotidiano) che ha pubblicato il carteggio tra Schülmers e il suo capo Salvatore Nottola. Il presidente della giunta sta valutando anche se presentare a breve un esposto alla Corte dei Conti.

Le ammissioni. Durnwalder ammette di aver incontrato il 5 giugno 2012 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ammette di avergli lasciato un dettagliato pro-memoria (su carta non intestata) su tutte le questioni aperte all'epoca riguardanti l'Alto Adige (dalle Poste alla grazia ai dinamitardi, dall'ingresso in Italia di armi storiche alla Convenzione delle Alpi) ma ribadisce di voler essere trattato esattamente come qualsiasi altro cittadino. «Non voglio - attacca il presidente della giunta provinciale nella sua dura replica, davanti a 30 giornalisti - alcun trattamento di favore».

L’interrogativo. E allora, sorge spontanea la domanda: cosa sperava di ottenere esattamente chiedendo l'interessamento di Napolitano sulle due indagini riguardanti aeroporto ed energia? «Ovviamente speravo che Napolitano, in qualità di presidente del Csm, ne parlasse con i suoi collaboratori. In modo da cercare di capire se era possibile o meno evitare, in futuro, procedimenti inutili che, nel caso dell’aumento di capitale per l’aeroporto e dell'acquisizione di energia, si sono risolti con un nulla di fatto. Siamo stati tutti assolti ma la Provincia, e quindi i contribuenti, hanno dovuto pagare parcelle salate. Superiori ai 100 mila euro».

Le pressioni. Per Durnwalder, in ogni caso, questi interventi non possono qualificarsi come pressioni indebite. «Non ho mai fatto pressioni a Roma riguardo alla Corte dei Conti, ho voluto solo informare il Quirinale su due questioni all’epoca importanti in relazione al funzionamento dell'amministrazione pubblica». Durnwalder ha osservato le contraddizioni temporali dell’ultima scoperta apparsa sulla stampa: «L’incontro con il presidente Giorgio Napolitano a Roma risale al 5 giugno 2012. All'epoca nessuno, tantomeno il sottoscritto, poteva sapere che in autunno sarebbe stata aperta un'inchiesta in merito al fondo riservato». Durnwalder non ha difficoltà a confermare che nel colloquio al Quirinale ha informato il Capo dello Stato sulla situazione sociopolitica in Alto Adige («come faccio ogniqualvolta incontro un rappresentante delle Istituzioni e del Governo») e su due indagini allora in corso della Corte dei conti: quella sull'aumento di capitale della società dell'aeroporto di Bolzano, e quella sulla modalità di acquisizione di energia gratuita che le concessionarie di centrali idroelettriche sono tenute a garantire e sulla quale la Corte dei conti chiedeva un risarcimento di 50 milioni. In entrambi i casi le indagini non hanno avuto esito, «ma per l'ente pubblico hanno visto aumentare le difficoltà nell'individuare amministratori disposti ad entrare in società pubbliche, considerati i notevoli rischi a cui si sentivano esposti».

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