Durnwalder respinge i padroni delle slot

Incontro con i vertici nazionali dei gestori e dei noleggiatori, ma la Provincia non cede. La reazione: prepariamo i ricorsi


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un ultimo tentativo, assolutamente invano. I vertici dell’Associazione nazionale Sezione apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative (Sapar) sono saliti a Bolzano per la seconda volta e, dopo il vicesindaco un paio di settimane fa, ieri hanno incontrato il presidente della Provincia. «È stato irremovibile», come precisa uno dei consiglieri nazionali Sapar, il roveretano Giacinto Alberini. «Ci ha spiegato che la legge c’è e la si deve rispettare: basta macchinette in un raggio di trecento metri dai luoghi sensibili. “Se non vi piace fate ricorso”, ci ha suggerito il presidente». Nel finesettimana Sapar deciderà la strategia, ma un fatto è certo: le macchinette non si tolgono e alla prima sanzione comminata sarà ricorso.

«Non posso farci niente». A Bolzano ieri mattina sono saliti i vertici nazionali dei produttori, noleggiatori e gestori di slot, in rappresentanza anche dei gestori delle reti informatiche. Colossi come Lottomatica, Sisal e via azzardando. Una potenza, a livello economico e politico, almeno in senso lato. Ed è la seconda volta che capita nel giro di poche settimane. Una cartina di tornasole: Bolzano è un caso nazionale e, se la linea proibizionista altoatesina dovesse passare, nel Bel Paese potrebbero rompersi le dighe. «Il presidente Durnwalder - racconta il consigliere onorario Alberini, a Bolzano assieme al presidente nazionale Raffaele Curcio, ai vicepresidenti eccetera - ha spiegato come sia assolutamente necessario ottemperare: entro due settimane tutte le slot dovranno sparire dai bar. Se qualcuno non è d’accordo, ha suggerito il presidente, presenti ricorso in sede di Avvocatura della Provincia».

Casus belli. Dietro a Sapar c’è un mondo che gestisce non milioni, bensì miliardi di euro. Stuoli di legali, iperspecializzati. Questo lo spieghiamo noi. Mentre il consigliere Sapar taglia corto: «Ci occorre soltanto il casus belli specifico». Si deve aspettare il 15 dicembre e la prima sanzione. «I tempi tecnici saranno piuttosto seri», ma nessuno ha timore di ricorrere. «In questo weekend si deciderà». Se a ricorrere si andrà in ordine sparso o tutti assieme. «Probabilmente sceglieremo due o tre bar, come cause pilota». La motivazione? «Siamo fuori dalle leggi nazionali, i provvedimenti statali non dicono ciò che dice Durnwalder, il quale non vuole né sale né bar con le slot».

Indiscrezioni. I baristi bolzanini sono preoccupati, assai, tanto che Confesercenti si sta attrezzando per supportare eventuali ricorsi dei singoli. Ma qui, ovviamente, si attende un intervento da fuori, da chi «può» davvero. In questi giorni, questa l’indiscrezione non confermata che circola nell’ambiente dei pubblici esercizi, un grosso gestore di new slot e reti informatiche di gioco, un colosso nazionale, starebbe contattando i vari bar con installate le sue macchinette, rassicurando i pubblici esercizi così: spediteci tutte le lettere che ricevete, non preoccupatevi delle multe, non le pagherete voi, penseremo a tutto noi.

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