E ora i servizi sociali con la legatoria diventano esemplari

Tra la Val Pusteria e il territorio della Vaì Badia si dimostra una reale utilità che vale davvero tantissimo


di Aldo De Pellegrin


BADIA. Nella zona arigianale di Pederoa, lungo la statale della Val Badia, il laboratorio e la comunità abitativa protetta “La Spona” hanno trovato una loro collocazione adatta ai tempi e al numero degli assistiti che oggi ha raggiunto le 13 unità ma per cui vi sono di continuo anche nuove richieste. Il laboratorio è diretto con competenza e passione da Konrad Comploi, uno degli assistenti della prima ora. Lui è stato in grado di trasmettere l’amore e la passione per uno speciale tipo di assistenza “in amicizia” al suo intero staff, mentre ha anche avviato al suo originario lavoro di tessitore una buona parte degli assistiti. Il gruppo si divide così fra la preparazione della materia prima ricavata da quasi ogni tipo di tessuto e la lavorazione al telaio, e così da pochi mesi il laboratorio protetto “La Spona”, grazie alla passione di Robert Anvidalfarei e in accordo con la Comunità comprensoriale della val Pusteria, si è arricchito anche di un nuovo reparto, quello della legatoria, che viene a integrare al meglio le capacità lavorative, ma anche artistiche, dei diversamente abili, colmando al contempo anche una necessità ed una richiesta del mercato, dove è sempre più difficile reperire questo tipo di servizio. L’offerta della nuova legatoria “La Spona”, che ha mosso i suoi primi passi appena in gennaio ma in cui Elisa, Eddo e altri hanno già trovato una loro collocazione lavorativa, applicando i pazienti e competenti suggerimenti di Anvidalfarei, offre lavori di rilegatura di volumi singoli o multipli, la creazione di annuari o calendari, la rilegatura di raccolte di giornali o riviste, la realizzazione di mappe o di copertine pesanti per volumi di frequente consultazione accanto anche a una piacevole occasione di regalo, la rilegatura dei quaderni di scuola che possono in tal modo diventare una splendida finestra sul passato di ciascuno.

Gli oggi tredici assistiti, che passano le loro giornate dal lunedì al venerdì nell’ambito lavorativo del laboratorio protetto e taluni anche nella comunità abitativa, hanno la scelta di lavorare anche in una falegnameria, allestita al piano inferiore della struttura, che produce mobili unici e di alta qualità, in una tessitura in grado di produrre tappeti su misura di quasi ogni dimensione, in un laboratorio artistico e, grazie anche alla fornitura delle vicine segherie industriali, anche nella preparazione di fascine di legna da ardere, talmente richieste che la loro prenotazione ormai va da un anno all’altro. Il tutto in un bel clima di amicizia in cui anche il visitatore occasionale viene messo a confronto con valori che spesso la vita del mondo “normale” tende a porre in secondo piano, quando non addirittura a smarrire.

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