Ebner: "Manovra, la Provincia di Bolzano tagli il personale"

Il presidente della Camera di commercio: le spese fisse divorano il bilancio


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Serve un cambiamento strutturale del settore pubblico: bisogna risparmiare. Non ci sono alternative. Le isole felici non esistono più. E neppure l'Alto Adige può più considerarsi tale». Ad incalzare la Provincia a cambiare rotta il presidente della Camera di commercio Michl Ebner. I dati emersi, proprio in questi giorni, da una ricerca della Fondazione Nord Est, sono confortanti. Fotografano una realtà, quella dell'economia altoatesina, che riprende lentamente a muoversi. E lo fa in maniera più decisa rispetto, non solo al Trentino, ma anche al resto del Nord Est. Ciononostante, per il presidente della Camera di commercio Ebner non si può dormire sugli allori e soprattutto la Provincia è chiamata a fare la sua parte. Presidente, le imprese altoatesine sono cresciute nonostante un programma anticongiunturale minore rispetto a quello messo in campo dalla Provincia di Trento. «L'andamento positivo è dovuto sostanzialmente a due fattori: rispetto alla provincia di Trento le nostre aziende hanno fatto meglio perché dipendono meno dal settore manufatturiero e perché hanno un mix diverso per quanto riguarda l'export. Le nostre imprese, anche in un momento di forte difficoltà, hanno saputo fare la loro parte. Non altrettanto si può dire della Provincia. Il taglio del 6% per il 2011, che si aggiunge al 9% del 2010, è inaccettabile». Le aziende locali hanno dimostrato comunque di potercela fare anche con un taglio dei fondi sui capitoli dell'economia. «Le rispondo con una domanda: lei conosce la storia del contadino e dell'asino? No. Cosa dice? «C'era una volta un contadino che sosteneva che il suo asino viveva anche senza foraggio. Meraviglioso, se non fosse che dopo sette giorni l'animale è morto. Lo stesso discorso vale per l'economia: non si può continuare a ridurre il budget del settore che è la spina dorsale del nostro benessere. Se si ferma quello, è dura per tutti. Per questo la Provincia deve sostenere l'economia: investendo il più possibile nell'innovazione, condizione indispensabile oggi per crescere e poter guardare al futuro. Inoltre, ci deve essere una particolare attenzione per il turismo». Scusi, ma quello è un settore che va a gonfie vele anche senza iniezioni di contributi pubblici. «Il turismo è il settore trainante dell'economia, ma siccome siamo in un'epoca in cui non si può dare nulla per scontato, deve essere sostenuto: sarebbe sbagliato credere che siccome adesso va bene, sarà così anche in futuro. La verità è che sono ormai alcuni anni che gli albergatori non ricevono più contributi. Non solo. Hanno chiesto alla Provincia di finanziare con due milioni in più all'anno l'Smg (la società che cura il marketing per l'Alto Adige, ndr) e la risposta della Provincia è stato un taglio di un milione del budget». Il momento peggiore della crisi sembra comunque ormai alle spalle, lo dice anche la ricerca della Fondazione Nord Est. «Attenzione ai facili entusiasmi: una ripresa c'è. Ma è molto lenta e non riguarda neppure tutti i settori. L'edilizia è ferma: per questo sarebbe stato importante per il 2011 rafforzare il capitolo del bilancio che riguarda i lavori pubblici. Invece ha subìto un forte ridimensionamento. E, comunque, tutti a livello internazionale concordano ormai su un fatto: quando anche saremo fuori dal tunnel della crisi, nulla sarà più come prima. Servono cambiamenti strutturali nel settore pubblico». L'assessore al bilancio Bizzo sostiene che per la prima volta si assiste ad un'inversione di tendenza: calano le spese fisse, aumentano gli investimenti a favore dei settori economici. «Non è vero: crescono sia le spese per la pubblica amministrazione che quelle per la sanità. Basta leggere il bilancio. E questa è una cosa che mi lascia sconcertato. In tutti gli altri Paesi europei si va nella direzione opposta: ovvero si risparmia sulle spese fisse. Si ridimensionano apparati pubblici faraonici che nessuno si può più permettere». Non è facile mettere mano alla pubblica amministrazione. «Non ho mai detto che sia facile. Ma non si può non farlo. L'apparato burocratico-amministrativo e la sanità si stanno divorando il bilancio: ciononostante in Alto Adige si continua come se nulla fosse. È un errore pericoloso». Il sindaco Luigi Spagnolli proprio l'altro giorno parlando degli organici del Comune ha detto: «In un mondo in cui tutti riducono e tagliano, ci deve pur essere qualcuno che dà lavoro». «Che cosa vuol dire? Nessuno chiede che l'ente pubblico licenzi i dipendenti, ma deve partire un piano di ristrutturazione radicale del settore pubblico».

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