Ecco il pacemaker più piccolo al mondo

Impiantato al primo paziente dell’ospedale. Il primario Oberhollenzer: «Bolzano tra i pionieri del cambiamento»


di Valeria Frangipane


Il primario Rainer Oberhollenzer spiega che la medicina è passata dal pacemaker alla cardiocapsula, infinitamente più piccola: «Si tratta di una tecnologia innovativa applicata in Italia in alcuni centri selezionati tra cui anche l’ospedale di Bolzano».

Il pacemaker è un piccolo apparecchio che può essere impiantato nel torace o nell'addome per controllare i battiti irregolari tipici di chi soffre di aritmia. Il suo funzionamento si basa su impulsi elettrici che permettono al cuore di battere in modo regolare. E adesso la tecnologia - sempre più innovativa - è passata dagli apparecchi tradizionali (grandi più o meno come una scatola di cerini) alla cardiocapsula Micra poco più grande di una pillola adatta ai pazienti che hanno bisogno di stimolazioni lievi. Il primo impianto a Bolzano è stato realizzato da Felix Pescoller dell’Unità di Cardiologia: «Il carattere innovativo di Micra sta da una parte nella sue dimensioni visto che è circa dieci volte più piccolo di un pacemaker tradizionale, dall’altra nella tecnica di impianto assolutamente rivoluzionaria. La capsula infatti viene impiantata direttamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale e non prevede l’impianto di elettrodi di stimolazione che ci sono, invece, nel pacemaker tradizionale. Una volta posizionata viene ancorata al cuore attraverso piccoli ganci ed inizia ad emettere impulsi elettrici che regolarizzano il battito. È piccolissima ma controllabile dalla telemedicina e compatibile con gli esami di risonanza magnetica». Werner Rauhe, responsabile dell’equipe di Cardiostimolazione ed Elettrofisiologia racconta che «fino ad oggi le procedure di impianto di pacemaker prevedevano la creazione di una tasca sottocutanea per posizionare l’apparecchio poi connesso al cuore attraverso un filo, l’elettrocatetere. Ma a Micra non servono fili, incisioni nel torace o tasche sottocutanee perchè tutto il sistema è contenuto al suo interno che è a sua volta posizionato nel ventricolo destro».

Il primario parla di un’innovazione storica. «Da oggi la storia è cambiata e sono lieto che il centro di Bolzano sia tra i pionieri del cambiamento. Questa nuova metodica rende la procedura più breve, meno chirurgica, evita le infezioni e dimezza le complicanze post-operatorie. Come per ogni tecnologia nuova però sarà fondamentale la scelta corretta dei pazienti candidati all'impianto, per riservare il suo utilizzo a coloro che ne possono trarre un beneficio clinico reale. Ogni anno impiantiamo dai 250 ai 300 pacemaker ma la cardiocapsula non potrà sostituirli in tutti i casi. Puntiamo ad impiantarla in una cinquantina di pazienti l’anno. Diciamo che Micra è adatta soprattutto ai pazienti che hanno bisogno di stimolazioni lievi».













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