Edilizia abitativa, in 15 anni 30 mila domande di contributi 

I dati della Provincia. Nel solo 2018 erogati 108,5 milioni di euro, 96,5 dei quali destinati ai privati e alle famiglie Trecento domande per il risparmio casa. Sempre meno richieste per gli edifici nuovi, sempre di più per risanare i vecchi


Davide Pasquali


Bolzano. La Provincia prosegue a sostenere fattivamente l’edilizia abitativa. Nel solo 2018 sono stati erogati quasi 110 milioni di euro. Oltre quota tremila i contributi richiesti. Per capire le dimensioni del fenomeno, un dato: dal 2001 al 2016 sono state presentate e accolte quasi trentamila richieste di contributo. Tradotto, circa il 13% delle famiglie altoatesine ha ricevuto aiuti concreti.

L’edilizia abitativa in cifre

Nel 2018 in Alto Adige sono stati previsti per il sostegno dell’edilizia abitativa 108,5 milioni di euro. Sono i dati diramati ieri dalla Provincia autonoma di Bolzano. Nel complesso 96,5 milioni di euro sono stati riservati alle 3.021 domande di contributo presentate dagli altoatesini e tra queste ci sono anche circa 300 domande riguardanti il mutuo risparmio casa. Dodici milioni di euro sono stati invece vincolati per la realizzazione del programma dell’Istituto per l’edilizia abitativa (Ipes).

29 mila domande

Nel settore dell’edilizia abitativa, tra il 2001 e il 2016 sono state presentate complessivamente 29.609 domande di contributo per la prima casa; 9.530 di queste riguardavano edifici nuovi, 14.493 l’acquisto di un alloggio, 1.367 l’acquisto e il recupero edilizio e 4.219 il recupero. Quest’ultima categoria negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita particolarmente forte, mentre sono invece calate le domande per gli edifici di nuova costruzione.

Proprietari, sempre di più

Nel 2016 in Alto Adige il 70% degli alloggi era di proprietà (nel 1951 tale percentuale era solo del 51%); circa il 25% era rappresentato da appartamenti in affitto (nel 1951 erano il 49%). Il restante 5% è rappresentato da forme miste o da unità non abitabili. Mentre in altre regioni dell’arco alpino tra il 40 e il 50% degli appartamenti non è occupato, in Alto Adige questa percentuale è solamente del 12,4%. Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2016 sono state realizzate circa 3.000 nuove unità abitative, il 45% delle quali ricevono un sostegno pubblico.

La nuova legge provinciale

«La casa è un diritto. Il nostro obiettivo deve essere quello di dare nuovi impulsi legislativi all’edilizia abitativa in Alto Adige allo scopo di dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini». Lo ha affermato l’assessore provinciale preposto Waltraud Deeg nel corso di un recente incontro con i rappresentanti delle varie componenti interessate al settore. In quest’ambito l’assessore ritiene importante coinvolgere il maggior numero possibile di partner in un confronto costruttivo per giungere ad una base comune. A questo scopo ha quindi invitato tutti i partecipanti all’incontro ad elaborare delle proposte e a presentarle per iscritto entro il mese di maggio. Una particolare attenzione viene rivolta al tema dell’abitare sostenibile, che dovrà concretizzarsi attraverso nuovi modelli abitativi(come cohousing/coworking), incentivi al risparmio (risparmio casa), aumento dell’offerta di alloggi (di proprietà e in locazione), agevolazioni per la costruzione di alloggi in locazione e incentivi al recupero per la locazione. Quanti più aspetti potranno essere definiti preliminarmente, tanto più omogenei potranno essere i prossimi passi verso la realizzazione di una nuova legge sull’edilizia abitativa» ha affermato Deeg nel corso dell’incontro al quale hanno preso parte rappresentanti del Consorzio dei Comuni, delle Comunità comprensoriali, dei giovani, associazioni per la tutela dei consumatori, associazioni di categoria dei datori di lavoro, delle cooperative edili e dell’ordine degli architetti. «L’attuale legge sull’edilizia abitativa è ormai in vigore da oltre 20 anni e non è quindi più al passo con i tempi» ha sottolineato il direttore di ripartizione, Stefan Walder. Un obiettivo della nuova legge è quello di avere una nuova articolazione e quindi un migliore quadro complessivo a fronte di una semplificazione dei procedimenti. Negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione dei componenti delle famiglie con ripercussioni significative anche sotto il profilo abitativo. Il nuovo strumento legislativo dovrà tener conto di questi cambiamenti che caratterizzano la nostra società.

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