Egna, un progetto di memoria collettiva da affidare ai giovani

Interviste, foto, video e racconti delle esperienze private Tutto raccolto per creare un atlante della storia del paese


di Massimiliano Galli


EGNA. Memoria, incontro, arte e partecipazione. Sono queste le linee guida del progetto “Casetta Bassa”, un progetto di “arte partecipata” promosso dal Distretto Sociale Bassa Atesina e curato dall’architetto Paolo Riolzi, docente di fotografia alla facoltà di Design e Arti di Bolzano.

Il progetto prevede la raccolta di biografie di abitanti di Egna, raccontate attraverso storie, immagini e video. Lo scopo è quello di costruire un atlante fatto di tante piccole storie di persone comuni; storie che, partendo dal vissuto privato, escano in una dimensione pubblica per contribuire a formare una memoria civica condivisa.

“Casetta Bassa” è già in corso da settembre: sono state sollecitate le associazioni cittadine per individuare le persone e le storie da raccontare; anche gli operatori sul territorio provengono dalle associazioni cittadine e vengono riuniti e istruiti tramite workshop formativi (uno già svolto a dicembre, un altro in programma a fine gennaio).

Diverse storie sono già state raccolte e documentate. Degli sviluppi futuri di “Casetta Bassa” ci ha parlato Alessandro Borsoi, il responsabile del Distretto Sociale Bassa Atesina, l’ente committente del progetto: «Parliamo di “arte partecipata”, cioè di un progetto che dalle storie private passa alla dimensione pubblica attraverso diverse forme di arte. Pensiamo sicuramente alla costruzione di una casetta in legno (da qui il nome “Casetta Bassa” – dove Bassa rimanda alla Bassa Atesina -) installata in un luogo pubblico, dove saranno raccolte le storie, le immagini, gli oggetti raccolti in questi mesi; o alla realizzazione di piccole installazioni itineranti in vari punti del paese. Ma pensiamo anche ad uno spettacolo teatrale e, eventualmente, a un libro che raccolga tutta questa esperienza fatta. Oltre, naturalmente, a tutti i canali che il web mette a disposizione (blog e social network, ad esempio)».

Ma otre all’aspetto artistico, è quello partecipativo che più sta a cuore a Borsoi: «Infatti il coinvolgimento diretto dei cittadini, in particolare dei giovani e delle associazioni, è uno degli aspetti vincenti del progetto. E a questo proposito non posso non ringraziare l‘Udae (Unione Delle Associazioni di Egna – n.d.r.) e in particolare la sua presidente Loredana Carlon, per l’impegno e l’entusiasmo che ha sempre dimostrato, fin dalla partenza del progetto».

Memoria e incontro sono gli atri elementi che caratterizzano “Casetta Bassa”.

«Infatti – continua Borsoi – quello che si vuole è contribuire a creare una memoria cittadina condivisa, ma partendo da piccole storie “private” che messe insieme alle altre possono dare vita a un vissuto comune. Se poi questo avviene attraverso l’incontro tra generazioni diverse (il giovane che intervista la persona più anziana, andando direttamente a casa sua, guardando le sue fotografie) c’è la possibilità di creare veramente una dinamica fertile di scambio e di conoscenza reciproca. E aggiungerei anche di integrazione, visto che raccoglieremo storie anche di cittadini di lingua tedesca e che alcuni degli operatori sono di lingua tedesca».

Come detto il progetto è in fieri e aperto a collaborazioni esterne. C’è dunque posto per chi volesse raccontare la propria storia o per chi volesse raccogliere le storie degli altri. Sul sito http://www.casettabassa.blogspot.it/ è possibile trovare i contatti e leggere le storie fin qui raccolte.

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