Eisath: a Carezza, 36 milioni di investimenti

Fra una settimana al via i lavori per la seggiovia Tschein. Poi nuovo impianto al posto del Franzin



CAREZZA. La settimana prossima dovrebbe arrivare la concessione edilizia per il rifacimento della seggiovia Tschein, un impianto risalente alla fine degli anni Ottanta, lento, con portata ridotta, troppo corto ed obsoleto. Al suo posto, una seggiovia a sei posti ad ammorsamento automatico, con partenza più a valle e arrivo più a monte dell’attuale, per agevolare il carosello sciistico di Carezza con il rifugio Coronelle e Nova Levante. Solo questo è un investimento da sette milioni di euro. L’anno prossimo si dovrebbe poi sostituire con una nuova seggiovia l’ormai antidiluviano skilift Franzin, dalla malga Moser, il quartier generale del patron della Latemar-Carezza Georg Eisath, alle piste ai piedi del Catinaccio. La nuova seggiovia, con percorso spostato più a sinistra (nord) dell’attuale, raggiungerà la baita Masarè, sotto il Paolina. Il Franzin sparirà, mentre lo skilift Rosengarten, dalla strada per il Nigra a baita Masaré, rimarrà in servizio.

Finora, come ammette lo stesso Eisath, compresi questi due ultimi impianti ancora da realizzare, dal 2008 a oggi la società Latemar Carezza ha investito fra i 35 e i 36 milioni di euro. Tanti. Il carosello sciistico, in buona parte sfruttabile anche in estate per le escursioni, è molto migliorato dal punto di vista dalla godibilità sciistica, ma ora la vera sfida sarà trovare nuovi bacini d’utenza. Perché sui pendolari del fine settimana si può contare soltanto fino a un certo punto. Un po’ la crisi, un po’ le annate coi weekend di tempo così così, come nell’inverno 2013/14...

Moena, in questo senso, sarebbe una sorta di gallina dalle uova d’oro. Per semplificare: Moena fornirebbe a Carezza la massa critica per sopravvivere e se possibile crescere, Carezza fornirebbe a Moena un carosello sciistico ed escursionistico di grande attrattività, per di più raggiungile a stress zero, senza auto, bus, taxi. Ora però, la politica trentina dovrà decidere da che parte stare. Ai futuri impianti trentini manca la variante urbanistica, mentre il progetto di Public private partnership non è stato inserito nel piano provinciale della mobilità. Ora, in attesa che il Tar si pronunci sul ricorso presentato al riguardo dagli imprenditori basso-fassani, si spera nel nuovo piano territoriale della valle. Imprenditori e albergatori di Moena e Soraga hanno pochi dubbi, tanto che per martedì hanno indetto un’assemblea pubblica. Servirà a smuovere le acque?













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