BRESSANONE. L'elettrosmog di Millan finisce sui tavoli della Procura di Bolzano. Domani i rappresentanti del Comitato verranno ascoltati dal pm Markus Mayr, che sta valutando i contenuti dell'esposto presentato dal Comitato stesso, con allegate quasi mille firme.  Sbarca in Procura, dunque, il caso degli elettrodotti di Millan, da anni al centro della cronaca cittadina per le proteste dei residenti che temono effetti nocivi per la salute, e per un progetto di spostamento a monte dei tralicci, già elaborato ed approvato, ma rimasto nel cassetto per mancanza di risorse.  Attraverso un esposto presentato al procuratore capo della Repubblica Guido Rispoli e firmato da 879 residenti, il portavoce del comitato "Salus" Pio Zocchi è sceso nuovamente in campo, per chiedere all'autorità giudiziaria di verificare se vi sono ipotesi di reato nel comportamento dei vari soggetti coinvolti. Dopo quasi trenta anni di lotte, assemblee, rilevamenti e trattative con i gestori Edison ed Fs, Provincia e Comune non sono ancora riusciti a concretizzare lo spostamento. L'esposto è stato depositato in Procura a fine luglio e domani Pio Zocchi avrà un incontro con il magistrato che sta seguendo il caso Markus Mayr: al momento non è stato aperto alcun fascicolo.  «Sono quasi trenta anni che i residenti di Millan lottano per ottenere lo spostamento degli elettrodotti - spiega Zocchi - anni di assemblee, colloqui con gli amministratori pubblici e di promesse elettorali mai mantenute. Eppure il progetto di spostamento c'è, è stato elaborato ed approvato con un tracciato più a monte, ma ancora niente si muove».  «La gente non ne può più - prosegue Zocchi - dormiamo ogni notte sotto l'alta tensione, e questo accade da tanti anni, e chi afferma che non ci siano prove dell'effetto nocivo sulla salute dei campi elettromagnetici mente. Non mi riferisco solo alle malattie gravi, ma anche a disturbi del sonno, a stati di irritabilità con cui molti di noi devono convivere».  Zocchi ha deciso di rivolgersi alla Procura, stanco di attendere un'amministrazione da lui ritenuta "immobile da troppo tempo": «Nell'esposto, firmato da quasi 900 persone che vivono in zona, viene illustrata la situazione e fatta un richiesta ben precisa: verificare chi o cosa blocchi lo spostamento - continua Zocchi - domani avrò un incontro con il magistrato Markus Mayr, gli spiegherò la situazione e chiederò un aiuto. Non è possibile che la giustificazione della politica sia legata alla mancanza di soldi o al fatto che negli anni molti abbiano costruito nei pressi di elettrodotti. Ma a costoro chi ha concesso i permessi di costruzione? E' poi vero che lo spostamento dei tralicci più a monte è un progetto che costa, circa 14 milioni di euro. Ma è anche vero che vengono realizzati altri progetti costosi e spesso inutili quando nel nostro caso in ballo c'è la salute».  E se la Procura non dovesse dargli soddisfazione Zocchi è pronto ad andare avanti ed arrivare fino a Roma. «Se l'esposto non dovesse bastare, quindi se la Procura non dovesse sostenerci, siamo pronti a rivolgerci al Ministero per l'ambiente - conclude Zocchi - a qualcuno dovrà pure interessare la salute dei cittadini. I tralicci vanno spostati più a monte, dove non ci sono abitazioni. I soldi quindi vanno trovati al più presto, uguale se vengano sborsati dai gestori o dagli enti pubblici, e i residenti di Millan devono poter iniziare a vivere serenamente, senza l'incubo dell'elettrosmog».

© RIPRODUZIONE RISERVATA