Elezioni, caccia ai sindacalisti

Sola e Brugger in lista. A Buonerba 4 proposte (rifiutate) di candidatura. Albrigo puntava a Grillo


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Michele Buonerba corteggiato da quattro liste diverse. Maurizio Albrigo candidato mancato del Movimento 5 Stelle e, notizia di ieri, di una lista civica che lo stesso sindacalista aveva provato a fondare con amici imprenditori e professionisti. Caccia al candidato sindacalista. È la tendenza delle prossime elezioni provinciali. Per due ex big della Cgil come Lorenzo Sola e Cornelia Brugger, che si sfideranno come candidati di liste avversarie (indicato da Sel nella lista dei Verdi il primo, nel Pd la seconda), altri sindacalisti sono stati corteggiati o ci hanno pensato a lungo. Sempre il Pd candiderà la giovane Sana Younes, che lavora al Caaf della Uil.

Buonerba (segretario aggiunto della Cisl) incarna il caso più clamoroso, con le quattro proposte ricevute, tutte respinte. I Verdi sono stati i primi a farsi avanti con Buonerba, poi è arrivato il Pd e infine altre due offerte di candidatura, il gruppo di Maurizio Vezzali, che ha aderito ad Alto Adige nel cuore, e Scelta Civica. Perché quattro no? «Perché non vedo un progetto politico serio di cambiamento», risponde Buonerba, «preferisco allora proseguire il lavoro iniziato alla Cisl con i progetti di fondo sanitario territoriale e di un diverso sistema fiscale. Se guardo agli ultimi anni in consiglio provinciale, do atto solo ai Verdi di avere portato avanti una vera opposizione al sistema di potere costruito da Durnwalder e dalla Svp, che sia la Sel, la sanità o la legge urbanistica. Non sono ottimista neppure su un vero cambiamento nei prossimi anni. Mi piacciono le cose che dice Arno Kompatscher, candidato alla successione di Durnwalder, ma non sono certo che ce la farà a realizzare il suo progetto. Per scardinare la spesa eccessiva provinciale costruita dal sistema Durnwalder si deve avere il coraggio di andare allo scontro vero con le lobby economiche. Ci spero, ma non ci scommetto».

Poco è mancato invece che alla lista dei candidati si aggiungesse Maurizio Albrigo (segretario Femca-Cisl, ex presidente del Ctcu). E sarebbe stata una sorpresa, perché Albrigo aveva tutte le intenzioni di candidarsi con il Movimento 5 Stelle. Nei mesi scorsi si era iscritto al blog di Grillo, mettendosi a disposizione per le elezioni provinciali. Non è scattato il colpo di fulmine. «Non mi hanno cercato, poi io stesso mi sono raffreddato verso il movimento», racconta Albrigo, «Mi ero iscritto intorno a gennaio: mi ritrovavo in molte delle idee di Grillo, a partire dalla volontà di fare piazza pulita di una classe politica che sta rovinando l’Italia. Taglio netto ai costi della politica e alla burocrazia, questo serve. Poi è arrivato il boom alle elezioni politiche e il M5S ha buttato via una meravigliosa occasione di cambiamento. Avessero accettato di collaborare con il Pd, avremmo un Paese diverso. Invece non hanno avuto coraggio, preferiscono stare all’opposizione a criticare, lo sport più semplice che esista». Svanita l’idea di una candidatura grillina, Albrigo ha lavorato per fondare una lista civica: «In queste ore abbiamo deciso che siamo arrivati fuori tempo massimo. Progetto archiviato, peccato. Era una idea innovativa: unire il mondo dei lavoratori e dell’impresa per salvare il salvabile. L’emergenza di oggi è una: salvare le aziende e quindi i posti di lavoro. Poi viene tutto il resto». Comunque sia, capitolo chiuso. Agostino Accarino (Cgil) conferma il fenomeno sorridendo: «È vero, noi sindacalisti stiamo tornando di moda. Negli anni Settanta nei partiti di sinistra era consueto pescare candidati nel sindacato. Il fenomeno si è attenuato e ora è in ripresa. Sono a favore: è giusto portare in politica la nostra attenzione sociale. Io? No, non mi candiderò. Qualcuno dovrà pure restare al proprio posto...». Toni Serafini (segretario Uil) è fuori dalla partita: «Ho già dato, con i miei 11 anni da assessore comunale e 5 come consigliere. Non sono contrario ai sindacalisti che entrano in politica: tutti i giorni ci confrontiamo con persone in carne e ossa e con i loro problemi di disoccupazione, lavoro che cambia, dipendenza dal gioco. Abbiamo una presa sulla realtà superiore ai politici».

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