Elezioni, nuovi veleni dopo le accuse a Bianchi

Il centrodestra: «Un colpo basso: possibile una denuncia per diffamazione» La civica: «I cittadini non sono in vendita». Magagna: «Un brutto spettacolo»


di Bruno Canali


LAIVES. Il giorno dopo le accuse del sindaco Liliana Di Fede a Christian Bianchi sul voto di scambio, arriva anche la conferma dalle liste che appoggiano la Di Fede alle elezioni comunali. «Laives e i suoi cittadini non sono in vendita - si legge in una nota delle liste "Con Liliana, Socialisti e Sicurezza@soldarietà - e censuriamo energicamente tutti i tentativi di introdurre nella nostra comunità metodi e sistemi di campagna elettorale clientelari ed estranei alla tradizione civile e demoratica della nostra bellissima cittadina. Un sentito ringraziamento va a Liliana di Fede, che ha posto e porrà al centro dell'azione amministrativa il tema della sicurezza. Su questo tema ha ottenuto risultati importanti anche grazie all'introduzione delle telecamere, che, nei prossimi cinque anni di nostra amministrazione, saranno installate anche a San Giacomo, Pineta e zone produttive».

Christian Bianchi, dal canto suo, respinge al mittente le accuse e attacca: «C'è un grave punto di partenza: non si capisce mai se Liliana Di Fede parli come sindaco di Laives o candidato del Pd; sta di fatto che lo fa postando la foto di lei con dietro il gonfalone comunale e già questa è scorrettezza. Quando poi si fa la campagna elettorale in tribunale invece che confrontandosi sui temi concreti è chiaro che si è perso il giusto equilibrio che dovrebbe avere un sindaco uscente. Sto anche meditando di presentare una denuncia per diffamazione, perché l'ipotesi di voto di scambio presuppone che io abbia attivato una pratica mafiosa e invece non abbiamo fatto altro che trovare un’azienda che, a sue spese e per tutti i commercianti, indistintamente, mette a disposizione l'antifurto. Quello che mi conforta è che comunque in queste ore sto ricevendo ampia soldarietà da tanti. Altra scorrettezza della Di Fede a mio parere è quella di fare un esposto per poi utilizzarlo a fini elettorali. Se questo lo ha fatto come sindaco, è ancora più grave».

Caustico anche il giudizio del consigliere Franco Magagna (La Civica): «Credo che ogni cittadino impegnato dal mattino alla sera nel proprio lavoro e a cercar di far tornare a fatica i conti a fine mese provi tanta insofferenza allo spettacolo offerto dai contendenti alla poltrona di sindaco della nostra città. Devo dire che personalmente la cosa non mi sorprende: ho assistito per cinque anni ad una farsa totale, un enorme spreco di denaro pubblico a fronte di poche soluzioni ai tanti problemi di una città in perenne agonia. Ora in maniera maldestra si tenta di nascondere questo clamoroso fallimento creando una marea di liste e gettando discredito sull’avversario politico, ed è anche da qui la mia decisione di non far più parte di un simile carrozzone ma di operare dall’esterno come forza civica. Il mio augurio alla città è che per questo gli elettori non si allontanino dal voto ma, senza fare di ogni erba un fascio».

Solidarietà a Bianchi arriva dagli Indipendenti per Laives: «Chiunque ha il diritto di presentare esposti quando ritiene che vi siano ragioni per farlo però poi deve attendere che la magistratura accerti l’effettiva sussistenza dei fatti e la loro rilevanza penale. Non è invece consentito divulgare strumentalmente non solo la presentazione dell’esposto ma soprattutto notizie tendenziose lasciando intendere che detti fatti siano effettivamente accaduti e che possano integrare reati gravissimi al solo scopo di screditare l’onorabilità dell’avversario politico nel pieno della campagna elettorale».

Lo scontro tra le parti, insomma, si fa sempre più acceso e a molti giorni dal voto ancora non sembra scritta l’ultima parola su una vicenda che potrebbe avere strascichi pesanti anche in sede di giustizia e non solo all’interno di una cabina elettorale.

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