Elisabetta Gardini abbandona «Vittima» anche di Dorfmann 

Le europee. L’eurodeputata non si ricandida e lascia Forza Italia: lontani dai nostri elettori La decisione provocata pure dall’accordo sull’esponente della Svp: ormai comandano pochi



Bolzano. La decisione è arrivata alla vigilia del deposito delle liste per le elezioni europee (martedì la scadenza). Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia a Bruxelles, non si candiderà. Abbandona il partito. La rottura era annunciata. Padovana, eletta nel collegio del nordest, ex commissaria di Forza Italia in Alto Adige, negli ultimi mesi ha dichiarato più volte il suo dissenso nei confronti di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, vice presidente di Forza Italia. Tra i motivi che hanno provocato lo strappo, l’accordo di Forza Italia con la Svp per il collegamento di lista alle europee e le candidatura di Herbert Dorfmann. Arrabbiata e delusa, questa ieri sera Elisabetta Gardini con il telefono pieno di messaggi.

La sua nota di addio è durissima. .

«La notte sogno di picchiare Tajani. Ho onorato il mio mandato, lavorando sette giorni su sette, combattendo per il mio Paese e per difendere l’economia del nordest. Adesso che è finita dico tutto, perché troppi in Forza Italia stanno zitti. Tacciono per paura, ma non di Berlusconi, che è buono. Hanno paura dei capetti, che si vendicano».

Perché Tajani?

«È un traditore. Ha tradito la fiducia di Berlusconi e degli elettori. Tutto per la sua poltrona. Forza Italia è un partito in cui non è possibile confrontarsi. Mi hanno mandato in giro a dire che bisognava tesserarsi, perché si sarebbero fatti i congressi, e non li abbiamo fatti. Hanno deciso le liste per le europee con i capigruppo di Camera e Senato. Io mai invitata, anche se sono la capogruppo a Bruxelles. Quale partito fa una cosa del genere? Non è stato facile decidere, ho fatto di tutto per cambiare le cose».

E adesso?

«Adesso dico: non votate Forza Italia. Non è il partito che abbiamo costruito. A Berlusconi continuano a raccontare un partito che non c’è».

La candidatura di Dorfmann è stata l’ultima goccia.

« Rischiamo di fare un solo eletto e quel posto lo regaliamo a Dorfmann. Lo stimo, ma è il rappresentante di una minoranza linguistica, sarà il più 1 dell’Austria. E poi mi chiedo, perché la Svp stringe accordi con Tajani, un monarchico che ha fatto l’elogio di Mussolini? Io me ne vado. Non mi candido per raccontare la favola di un partito che non c’è più».Solidarietà di Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia). Michaela Biancofiore esprime «disappunto» verso il partito che non ha saputo evitare un simile epilogo. FR.G.













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