Energia, alla Sel restano 9 centrali su 10

Si rifarà la gara solo per Lappago. Kompascher: «La società provinciale avrebbe vinto anche senza truccare le carte»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Concessioni idroelettriche, l’esito del riesame da parte della Provincia ha sortito degli esiti quantomeno grotteschi. Tolta la centrale di Sant’Antonio, già riassegnata alla Eisackwerk a febbraio senza se e senza ma, e non considerando Senales/San Floriano, a detta della giunta provinciale mai toccata dai risvolti penali della vicenda, delle restanti dieci concessioni ben nove restano alla Sel. Che - si è scoperto - avrebbe vinto le gare anche senza che ci si dannasse l’anima per truccarle, gonfiando a dismisura il quantum dei fondi di compensazione ambientale promessi in caso di vittoria nella gara.

Non erano state gonfiate poco, quelle cifre. Lo si è scoperto ricostruendo i file originari, poi manipolati. Per dieci centrali si erano proposti investimenti ambientali di compensazione per un totale di oltre 270 milioni di euro, contro i 150 realmente offerti, ossia prima della manipolazione. Cifre gonfiate di ben 120 milioni di euro. Si temeva di perdere le gare? Si è stati per così dire eccessivamente prudenti? Si sovrastimavano i concorrenti? Non è dato sapere. Fatto sta che si è rischiato moltissimo quando, apparentemente, non ce n’era alcun bisogno.

È questa la ricostruzione fornita ieri dal presidente della Provincia, sulla scorta dei risultati delle indagini penali e delle successive consulenze dei tecnici e dei giuristi esterni, presentate alla giunta provinciale nella mattinata di ieri.

Alle dieci gare per altrettante concessioni idroelettriche, si erano presentati quattro competitor (più un quinto, per così dire outsider, l’Asm di Bressanone, che aveva partecipato a quattro gare soltanto).

I competitor erano Enel, Edison, Ae e Sel. Per ognuna delle dieci centrali c’erano da rispettare quattro macro parametri: piano ambientale, fondi di compensazione, rendimento complessivo e incremento della produzione. Dal riesame è emerso che, secondo la Provincia, Sel era l’unica a rispettare tutti e quattro i parametri anche prima della manipolazione dei documenti presentati in gara. Semaforo verde su tutte e quattro le voci. L’unica, Sel, ad avere il semaforo verde su tutto quanto, in nove casi su dieci. Esclusa è solo Lappago, perché, in quel caso, nei documenti allegati da Sel mancava la quantificazione percentuale delle misure di compensazione (che sono un tot per kilowattora prodotto). Mancando questo dato - che nel file manipolato era stato invece inserito (grazie alle manipolazioni si erano proposti 13,5 milioni contro zero euro della versione non manipolata) - la gara è risultata invalida per assenza di vincitore (gli altri tre erano infatti out) e la si dovrà ripetere. Anche se non è dato sapere quando lo si potrà fare, visto che ancora mancano i decreti statali di attuazione della nuova normativa, che ha recepito le leggi europee entrate in vigore dopo la gara originaria, nell’ormai lontano 2005.

Per quanto riguarda le altre nove concessioni, come detto, dai dati provinciali frutto del riesame emerge che solo Sel era in regola per vincere. A colpire, però, e a farlo notare sono stati ieri anche i Verdi, è che Ae è sempre stata ritenuta carente dal punto di vista dei piani ambientali, ossia sull’unica voce non numerica, non quantitativa, bensì qualitativa, discrezionale. Tradotto, non numeri ma solo opinioni. Allora, ai tempi della gara. E oggi, ai tempi del riesame. È sempre la Provincia, proprietaria per oltre il 90% di Sel, ad aver giudicato insufficiente il piano ambientale di Ae, nonostante sugli altri parametri potesse, eccome, competere. E a ritenere invece sufficienti i piani ambientali di Sel. Salta agli occhi, questo particolare, perché in effetti sia Enel che Edison erano carenti pure su altre voci, quelle numeriche. Ae, invece, no.

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