l'indagine

Entro il 2038 saremo 115.400: cresce la fame di case a Bolzano 

I più deboli nella corsa all’acquisto di un appartamento sono nuovi arrivati, single e persone «over». Le famiglie sono sempre più piccole. Il costo dei terreni edificabili nel capoluogo è 4 volte quello del resto della provincia



BOLZANO. Secondo l’istituto provinciale di statistica, nel 2038 Bolzano avrà 115.393 abitanti (+6,9% rispetto al 2020) per 54.731 nuclei familiari (+9,6%). L’indice di affollamento degli appartamenti è sceso dalla soglia di 0,9 del 1971 a 0,6 nel 2011. Il che vuol dire famiglie sempre più piccole e una fame di case destinata a crescere. In oltre trecento pagine, Pierguido Morello ha condensato dati, tabelle e proiezioni. È la pubblicazione sui 50 anni di politiche abitative autonome presentata ieri dall’Astat come la base per future decisioni politiche.

A Bolzano il prezzo medio per l’acquisto di un alloggio risulta stabile a quota 4.500 euro al metro quadro dalla metà dei primi Duemila (4.770 euro al metro quadro nel 2023 secondo i dati più aggiornati). Nel resto della provincia invece è lentamente salito fino ai 3.100-3.200 euro di oggi. Il costo dei terreni edificabili nel capoluogo è quasi quattro volte quello della restante provincia nelle estensioni adibite a uso abitativo e il doppio nelle zone produttive.

«Le differenze nei prezzi finali sono dovute soprattutto al costo del terreno e alle tipologie edilizie e costruttive», così lo studio Astat, «Si può stimare che il valore complessivo di un immobile risulti formato per un terzo circa dal costo del terreno, per il 40% dal costo di costruzione e per la parte rimanente da oneri tecnici, fiscali, finanziari e dall’utile di imprese e intermediari». Secondo i risultati illustrati ieri, il problema del costo dei terreni colpisce in particolare chi non ha ancora una casa, chi è in affitto sul libero mercato e chi sta pagando un mutuo.

Tra le categorie maggiormente penalizzate, morello inserisce le persone che arrivando da fuori provincia non dispongono in partenza di un capitale immobiliare consistente. «E nel mercato dell’affitto trovano prezzi impossibili», aggiunge. Ma sono in difficoltà anche le giovani coppie, le persone nella fascia della terza età e i single. L'assessora al sociale Waltraud Deeg mette l’accento su un dato, quello degli immobili di proprietà di donne. Sono il 34,4%, il che posiziona bene l’Alto Adige nel contesto europeo. «Questo dato è molto importante anche per quanto riguarda la questione della povertà nella terza età», spiega.

Nel 2011 Bolzano rientrava tra le aree dove almeno il 25% degli immobili regolarmente occupati era affittato. Tendenzialmente si tratta di aree urbane. Non è così nelle vallate più turistiche – soprattutto le valli ladine – dove ancora da censimento del 2011 oltre il 30% delle abitazioni risultava non abitualmente occupato.

L’attuale pubblicazione ha potuto attingere a un precedente studio Astat del 2010, che ha fatto luce sulla politica abitativa nel periodo dal 1918 al 2009. Lo studio giunge alla conclusione che il numero di appartamenti è aumentato in modo più marcato negli ultimi 50 anni e che si è registrato un aumento particolarmente elevato del settore dei condomini: la quota è passata dal 51% nel 1972 a oltre il 70% nel 2022.

Vanno considerati i sussidi e gli incentivi della Provincia. In media, dal 1999 sono stati messi a disposizione 165 milioni di euro l’anno per l’edilizia sovvenzionata. E mentre nel resto d’italia la quota di edilizia residenziale pubblica nel 2011 era mediamente del 4,1%, in Alto Adige era del 7,1%. Intanto l’Ipes ha aumentato il proprio patrimonio abitativo dai 4.700 alloggi del 1972 agli oltre 13.400 del 2022. La curva di fabbisogno e domanda è rimasta pressoché costante negli ultimi 40 anni. Negli ultimi vent’anni, la provincia ha erogato in media 10.577 euro pro capite in fondi pubblici.

 













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