Ester Quici voleva evadere per scappare in Svizzera

La donna, sospettata dell’omicidio del convivente, è agli arresti domiciliari È stata intercettata mentre svelava al padre il suo piano di fuga


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Ester Quici, la donna indagata per omicidio volontario per la morte in circostanze non chiare del convivente Alessandro Heuschreck, aveva intenzione di evadere dai domiciliari e di fuggire in Svizzera. La sua speranza era probabilmente quella di ottenere la revoca dell’obbligo del braccialetto elettronico che in realtà è sempre stato confermato dal giudice. Gli inquirenti sono riusciti a scoprire in tempo le intenzioni dell’indagata grazie ad una serie di intercettazioni ambientali disposte nell’ambito di un altro procedimento che riguarda il padre della donna. Ester Quici, infatti, si trova agli arresti domiciliari proprio nell’abitazione del genitore e gli inquirenti hanno appreso delle intenzioni della sospetta omicida ascoltando alcune conversazioni tra padre e figlia. La donna dice di non essere disposta a sopportare ancora a lungo la detenzione in casa e manifesta l’intenzione (in caso di revoca del braccialetto elettronico) di tentare di recuperare la figlioletta di due anni (per il momento affidata ad una struttura protetta) per poi fuggire all’estero, preferibilmente in Svizzera.

L’intercettazione ambientale sembra destinata a scombinare i tentativi degli avvocati difensori (Migliucci e Lofoco) di ottenere la revoca dalla custodia cautelare agli arresti domiciliari con obbligo di bracciale elettronico.

L’istanza di revoca sarà discussa venerdì davanti al tribunale del riesame ma il rapporto sulle intercettazioni in mano alla Procura renderà molto difficile il tentativo. Anche se gli avvocati avra nno la possibilità di sfruttare un altro elemento emerso dalle microspie e cioè il fatto che anche al padre (non pensando ovviamente di essere registrata) la donna conferma quanto ha sempre sostenuto durante l’inchiesta e cioè che Alessandro Heuschreck sarebbe rimasto vittima della sua follia autolesionistica. La donna, però, per il momento resta indagata per omicidio volontario con dolo omissivo.

La donna insomma (secondo la Procura) potrebbe aver approfittato della situazione ritardando i soccorsi dopo le coltellate che il convivente si era inferto in un delirio autolesionistico. Gli avvocati però potranno anche far valere l’esito della perizia disposta dal giudice in fase preliminare che dimostrerebbe la veridicità del racconto della donna (per lo meno dell’ultima versione fornita) su quanto avvenuto nell’appartamento di corso Libertà.

Dopodomani i due avvocati sosterranno che la donna ha raccontato il vero e che non avrebbe nulla da nascondere sulla dinamica dei fatti. Di conseguenza - sempre secondo i difensori - sarebbe completamente superato il pericolo di inquinamento delle prove. Ricordiamo che la perizia ha stabilito che delle 18 ferite riscontrate sul corpo della vittima almeno 16 sono perfettamente compatibili con la tesi dell'azione autolesionistica di Alessandro Heuschreck che la sera del dramma sarebbe stato colto da una crisi di nervi dopo un periodo di tensioni con Ester Quici.

Per quanto riguarda il presunto piano di fuga della donna, è probabile che gli avvocati difensori contestino l’utilizzabilità delle intercettazioni avvenute nell’ambito di un altro procedimento riguardante il padre di Ester.

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