Eterologa: da oggi iniziano le visite

Il primario Engl: «Abbiamo già una cinquantina di coppie in attesa» Il direttore dell’Ufficio ospedali: «A breve una delibera per la fecondazione»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Siamo tempestati dalle telefonate: abbiamo già una cinquantina di coppie in lista d’attesa. Entro l’anno la Provincia approverà una delibera per regolamentare la fecondazione eterologa. Intanto, per venire incontro al sogno di un numero sempre maggiore di coppie di avere quel figlio, che finora non hanno potuto avere, abbiamo deciso di partire da oggi con i colloqui». Bruno Engl, primario di Ginecologia e responsabile del Centro di riproduzione umana e crioconservazione per gameti di Brunico, dal 1993 punto di riferimento a livello provinciale per tutte le coppie con problemi di sterilità, ha fretta di provare almeno a dare una chance a tutte quelle che coppie alle quali la natura ha negato la possibilità di diventare genitori. In realtà, già da anni, la scienza consentirebbe di superare certi impedimenti, ma in Italia la legge lo vietava fino al pronunciamento della Corte costituzionale del 9 aprile. Finora era ammessa solo la fecondazione omologa che si ha quando il seme e l'ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono alla coppia di genitori del nascituro.

In Alto Adige, i trattamenti di fecondazione omologa sono interamente a carico della Provincia (costo 3.900 euro) per le donne al di sotto dei 42 anni e sono previsti tre tentativi. La fecondazione eterologa invece, si ha quando il seme oppure l'ovulo (ovodonazione) provengono da un soggetto esterno. Prima della sentenza della Corte le coppie dovevano emigrare all’estero. Mete scelte, in quanto più vicine, Spagna e Repubblica Ceca.

Dottor Engl, a cosa servono i colloqui?

«È un momento importante, in cui si valutano assieme alla coppia diversi aspetti: da quello clinico a quello psicologico ed etico. La scelta è delicata, perché in questo caso l’ovulo o il seme arrivano rispettivamente da una donatrice o da un donatore. Stabilito quindi che la fecondazione eterologa è l’unica via possibile, per avere un figlio, bisogna effettuare una serie di esami. Noi vogliamo accelerare i tempi, in modo che quando ci sarà la delibera provinciale - prevedo entro fine anno - ci siano già tutti i dati necessari per partire».

Quante coppie avete previsto di incontrare alla settimana?

«Quattro-cinque non di più. Anche perché questo è un carico di lavoro ulteriore rispetto a quello che si sta già facendo. Ogni anno sono circa 1300 le coppie che si rivolgono al nostro Centro. Quotidianamente vediamo tre nuove coppie: il 64% sono altoatesini, il resto da fuori provincia. La percentuale di riuscita da noi si aggira intorno al 27%, meglio della media italiana (24%) e di quella germanica (26%). Più aumenta l’età della donna però più si riducono le possibilità di riuscita».

Avete chiesto più personale?

«Lo chiediamo da tempo per la verità: abbiamo bisogno in particolare di biologi, perché aprendo anche alla fecondazione eterologa aumenterà notevolmente il lavoro del laboratorio».

In tempi di tagli alla spesa, risposta negativa o positiva?

«Positiva».

Quanto costerà accedere alla fecondazione eterologa?

«La nostra proposta alla Provincia è quella di concordare a livello di Triveneto le stesse regole: sia per quanto riguarda la parte clinica che per quanto riguarda i costi. Ciò per evitare alle coppie, che già vivono nell’ansia di avere un figlio, di andare da una parte all’altra della penisola, inseguendo un sogno».

Ma si può almeno ipotizzare i costi?

«Come tecnici abbiamo proposto che la fecondazione eterologa venga inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket».

A seconda che i problemi di sterilità riguardino l’uomo o la donna, il seme o gli ovuli da impiantare dove si trovano?

«Riceviamo ogni giorno una serie di e-mail da centri stranieri. Anche su questo però la delibera dovrà dare indicazioni precise su come muoversi».

Età massima per accedere alla fecondazione eterologa?

«Credo che sarà fissata a 45 anni per entrambi gli aspiranti genitori».

A livello di assessorato è Ulrich Seitz, direttore dell’Ufficio ospedali, che sta lavorando assieme a Engl per mettere a punto la delibera che regolamenterà l’intero settore della procreazione medicalmente assistita: «È una materia complessa in quanto tocca questioni cliniche, etiche e giuridiche. Stiamo aspettando che Roma definisca le ultime questioni rimaste in sospeso. Spero di riuscire ad elaborare al più presto la delibera da portare in giunta entro la fine dell’anno. So che ci sono tante coppie in attesa».













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