Eurac, intervento sul tetto Lavori per 200 mila euro 

Il risanamento. Iniziata la sostituzione delle guaine dopo gli allagamenti della biblioteca per la pioggia che cadeva dal soffitto. Dal 2002 continui interventi sulla struttura


paolo campostrini


Bolzano. L'Eurac torna a incerottarsi. E non è la prima volta. Anni fa, ad un certo punto, rischiarono il crollo alcune vetrate. Così da costringere la Provincia a sostituirne in buon numero. Nelle settimane scorse, invece, aveva iniziato a piovere dal tetto. A tal punto che, in biblioteca, nel tempio delle ricerche high tech, avevano dovuto arrangiarsi con le bacinelle. Ed è proprio questo evento la ragione delle impalcature che sono riapparse l'altro ieri sui fianchi dell'ente di ricerca provinciale. «Sì è vero , cade acqua dal tetto - aveva rilevato Massimo Bessone dopo un rapido sopralluogo - dobbiamo intervenire con un bando per la sistemazione». Costo preventivato: 200mila euro. Che l'assessore al Patrimonio ha dovuto stanziare per evitare che la guaina, questa l'origine dell'emergenza, si sfaldasse del tutto. Lo stesso Stephan Ortner, il direttore, era intervenuto per chiedere l'intervento della Provincia dopo che i suoi ricercatori avevano denunciato i rischi anche per chi si trovasse a lavorare soprattutto nei locali della biblioteca. Ora i lavori sono iniziati e passeranno dal consolidamento delle strutture portanti all'intervento specifico sulla parte alta dell'edificio. È singolare la sorte dell'Eurac. Progettata per costituire un contraltare in grado di dare energia contemporanea al già risanato edificio dell'ex Gil, di fronte a ponte Druso, la casa della ricerca era stata innalzata usando come elementi costruttivi il vetro e l'acciaio. Ma proprio le vetrate avevano dato i primi pensieri. Mentre invece la parte storica dell'edificio, al suo fianco, stava reggendo magnificamente. In realtà proprio l'intervento su quest'ultima aveva costituito un passaggio anche politico estremamente significativo sul fronte della convivenza urbana tra i due gruppi etnici. L'edificio originario, costruito negli anni Trenta per ospitare le “gioventù del littorio”, in particolare le “giovani italiane”, era stato fatto entrare in quel vasto dibattito sul depotenziamento dei monumenti di epoca fascista che aveva investito anche il ponte Druso. Il quale, dopo molte polemiche, si era visto privare delle sue aquile imperiali ed era stato completamente ridisegnato. Le aquile erano poi finite in un deposito museale, riapparendo infine, in un unico esemplare, nel nuovo museo del monumento in piazza Vittoria. L'ex Gil, invece, si salvò. Anche per l'intervento di molti architetti, non solo italiani, che indussero dopo un duro confronto politico, la Provincia a risanare il complesso aggiungendovi come elemento funzionale ma pure architettonico l'«addizione» vetrata. La quale, come si vede, ha avuto spesso bisogno di interventi di risanamento nonostante la giovane età, essendo stata conclusa nel 2002. Ora il tetto. Che fa arrivare ad una considerazione: tra i 70 mila euro per portare in sicurezza le ex Pascoli e questi continui interventi all'Eurac, viene reso molto salato il conto pubblico di lavori soltanto manutentivi di questi edifici.













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