Europee, la strategia di Köllensperger 

TeamK, Pd e Verdi studiano la strada più agevole per una candidatura alternativa a Dorfmann: «Contro i populismi»



BOLZANO. I contatti sono sempre più fitti, anche se il Pd solo dal 3 marzo avrà un nuovo segretario nazionale con cui concordare le scelte. Intanto Paul Köllensperger con il suo Team K studia la strategia migliore per presentare un candidato alle elezioni europee del 26 maggio. Köllensperger ha incontrato una delegazione del Pd venerdì in consiglio provinciale: con il segretario Alessandro Huber, Sandro Repetto e Pietro Calò hanno studiato una tabella che riporta le regole per le candidature alle europee specifiche per le minoranze linguistiche. Pd e Team K parlano anche con i Verdi. Lo scenario, riferisce Huber, «è arrivare ad avere una candidatura che rappresenti tutte queste realtà». Köllensperger divide il discorso in due: «C’è un aspetto politico e un aspetto tecnico, particolarmente complicato». Per il Pd la questione è semplice: rotta l’alleanza provinciale con la Svp, il Pd ne ha preso atto, escludendo di rinnovare l’accordo con la Stella alpina per la candidatura di Dorfmann (non ufficiale, ma non emergono concorrenti). L’incontro con Köllensperger è stato naturale. Così il consigliere provinciale alla guida del movimento che ha raccolto 43 mila voti alle provinciali: «Sentiamo il dovere di fare ogni passo possibile per portare alle elezioni europee una voce a favore dell’Europa. Dobbiamo essere in tanti a dire che non esiste solo il populismo di destra. L’Unione europea non mi piace così com’è oggi, deve essere più democratica, deve avere un progetto culturale e politico, non solo finanziario, ma serve più Europa, non meno Europa, se non vogliamo essere mangiati dalla Cina». Köllensperger punta a fare partecipare il Team K come movimento rappresentativo delle minoranze linguistiche territoriali, come ha sempre fatto la Svp. Con 50 mila voti si elegge il candidato. È necessario un collegamento di lista con un partito in grado di superare il 4% nazionale, ma non solo. A differenza della Svp, il Team K per avere il proprio simbolo nella lista dovrebbe raccogliere 30 mila firme nel collegio del nordest. Per evitare questa incombenza, la lista locale dovrebbe affiancare il proprio simbolo a un logo già depositato. «Ci sono più possibilità», riferisce Köllensperger, «si potrebbe unire il nostro simbolo a quello del Pd o a quello del gruppo europeo Alde. Ci sono poi i contatti con i Verdi locali e nazionali, che studiano a loro volta l’alleanza con Federico Pizzarotti». Tira le conclusioni Huber: «Speriamo che si verifichi quanto stanno dicendo Zingaretti e Martina, i due candidati più forti al momento: entrambi vorrebbero un listone aperto per le europee. A Bolzano potremmo così pensare a una lista con Köllensperger e i Verdi, senza la lista collegata». La Svp non è felice di questi movimenti. «La Svp è confusa», dice Köllensperger, «Difendono il loro orticello, ma non hanno intenzione di cambiare. Dopo la batosta delle provinciali non si chiedono perché tante persone abbiano votato il Team K, ma perché esiste un Team K. Vorremmo mandare a Bruxelles un secondo rappresentante di questa terra, ci piacerebbe una donna bilingue». (fr.g.)

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