Ex Bristol, quasi azzerati gli oneri dovuti al Comune

Il Consiglio di Stato ha ribaltato il parere del Tar dando ragione alla Habitat spa I circa 2 milioni per la demolizione-ricostruzione si riducono a 129 mila euro



MERANO. Rischia di essere ricordato come uno dei giovedì neri più clamorosi quello appena trascorso per l'amministrazione comunale di Merano. Ufficio tecnico, avvocatura, ma soprattutto ragioneria comunale si vedono sottrarre da sotto il naso quasi due milioni di euro, che, almeno questo, precauzionalmente non erano ancora stati destinati a copertura di alcun investimento o spesa.

A sancire l'operazione, è stata la sesta sezione del Consiglio di Stato a Roma e il teatro dell’operazione è l'area dell'ex hotel Bristol, a due passi da piazza Teatro, struttura acquistata agli inizi degli anni 2000 dalla Habitat spa dell'imprenditore Pietro Tosolini, una struttura che all’epoca versava ormai in uno stato di profondo degrado ed è stata trasformata in un complesso con centro residenziale, servizi e commerciale ormai a un passo dalla inaugurazione.

I giudici del Consiglio di Stato a Roma hanno ribaltato la sentenza del tribunale amministrativo di Bolzano, con la quale era stata data ragione al Comune di Merano. Per quella grande operazione immobiliare, una demolizione-ricostruzione, l'allora sindaco Januth e la sua commissione edilizia avevano richiesto alla Habitat spa di pagare 1,979 milioni di euro di oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, imposte che normalmente si versano in caso di creazione di nuova cubatura e soprattutto nuovo consumo di nuovo suolo non edificato.

Il Comune aveva sostenuto, confortato nelle sue tesi dal Tar di Bolzano, che l'operazione Bristol non era stata solo una semplice ricostruzione di un palazzo esistente, ma un completo cambio di sagoma, destinazione d'uso, superficie, unità immobiliari e quanto altro.

Un edificio nuovo, insomma, e per questo soggetto agli oneri di urbanizzazione. La Habitat spa attraverso i propri legali si era sempre opposta a questa tesi, sostenendo semmai che l'unico volume nuovo soggetto a questi oneri fossero i garage interrati costruiti, mancanti ai tempi dell'albergo.

Il Consiglio di stato ha dato pienamente ragione a questa tesi e ha annullato quasi completamente l'importo che la Habitat spa dovrà versare al Comune.

La sentenza riduce, infatti, i quasi due milioni ad appena 129 mila euro: un milione e ottocentomila euro di ipotizzati fondi da investire per l'amministrazione Rösch che di fatto “svaniscono” nel nulla. La sentenza del Consiglio di stato, che ribalta il giudizio di primo grado, è stata presa il 10 marzo scorso, ma la pubblicazione della decisione è avvenuta solamente il 2 luglio, il giovedì nero del Comune.

A meno che il Comune non scelga di ricorrere ulteriormente contro la sentenza del Consiglio di stato rivolgendosi alla Cassazione, la sentenza del 10 marzo chiude un lungo capitolo di scontri giudiziari e amministrativi tra Habitat e Comune.

Prima la fase di approvazione del progetto, poi i rinnovi delle concessioni edilizie e infine gli oneri di urbanizzazione. Ora, con la prossima apertura del complesso, in particolare del supermercato, degli uffici e dei negozi con annessi parcheggi interrati, per il sindaco Paul Rösch si apre un nuovo delicato capitolo, quello della gestione viabilistica di corso Libertà inferiore e dell'incrocio con la via Huber. (rog)

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