Ex Pascoli, no alla riapertura come scuola d’emergenza 

Bolzano. Le ex scuole Pascoli non verranno utilizzate come sede scolastica d’emergenza. Lo ha ribadito ieri l’assessore Massimo Bessone, rispondendo in aula a una interrogazione di Diego Nicolini...



Bolzano. Le ex scuole Pascoli non verranno utilizzate come sede scolastica d’emergenza. Lo ha ribadito ieri l’assessore Massimo Bessone, rispondendo in aula a una interrogazione di Diego Nicolini (M5S), Lo stesso Bessone, ha detto Nicolini, «ha indicato la possibilità di ospitare nel cortile delle scuole ex Pascoli parte del mercato del sabato: ciò fa intendere l'assenza di problemi statici o di sicurezza. Stante il fabbisogno di spazi scolastici per la didattica che si profila per il prossimo anno scolastico a fronte della crisi sanitaria, l’edificio è in possesso di certificato di idoneità statica e quindi fruibile? Non è opportuno consentire un ripristino di tinteggiature e arredi per permettere la fruizione della struttura da parte di studenti?». Negativa la risposta di Bessone: «Sono state eseguite opere per evitare intrusioni, eliminando il materiale combustibile e serrando porte e finestre con lastre in acciaio. L’edificio ha un’idoneità statica, ma non è fruibile a causa delle sue condizioni. Non è possibile metterlo a disposizione degli alunni, perché sono in corso gare d’appalto, procedure amministrative e l’edificio è in stato di abbandono». Jasmin Ladurner (Svp) ha invece segnalato che da alcune settimane è possibile presentare domanda per un aiuto finanziario Covid-19, «ma molte persone non sanno bene a quale tipo di sussidio hanno diritto e di conseguenza per quale aiuto possano fare domanda. Anche i collaboratori nei distretti sociali hanno difficoltà cercando di rispondere a tutte le richieste, anche perché nell’attuazione di questo regolamento si sono creati dei malintesi, legati alle diverse interpretazioni del regolamento, in seguito precisati da parte della giunta provinciale». L’assessora Waltraud Deeg ha fatto riferimento a 180 richieste presentate e pagate, per un valore totale, insieme ad altri aiuti, di 5 milioni entrati nelle tasche degli altoatesini: «L’obiettivo era offrire una misura rapida; ci sono stati problemi di comunicazione, ma sono state apportate modifiche. Si intende fare una valutazione degli aiuti e della loro efficacia». In Consiglio, attraverso Paul Köllensperger (Team K), è tornato il tema del minore gettito fiscale previsto dalla Provincia a causa della crisi provocata dal Coronavirus e la trattativa con il governo per la relativa compensazione. Il presidente Arno Kompatscher ha segnalato che esistono delle stime di 400-500 milioni in meno, «che però sembrano migliorare. E la prevista sospensione dell'Irap comporterebbero meno 200 milioni. Dopo gli 1,5 miliardi per le regioni già previsti, è stato promesso un aumento fino a 2 miliardi, ma ne saranno necessari fino a 3».













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