Ex Speedline, la Provincia farà causa per l’inquinamento 

Bolzano sud. Esplosi i costi della bonifica nell’area destinata alla facoltà di Ingegneria e all’espansione del Techpark Amianto e floruri, non basteranno i 3,5 milioni previsti per sanare. Avviate le procedure di ricerca del responsabile


FRANCESCA GONZATO


Bolzano. Amianto a Bolzano sud. Non basteranno i 3,5 milioni di euro previsti per la bonifica dell’area ex Speedline all’interno del Techpark, tra via Volta e via Buozzi. Questa è l’area destinata alla nuova facoltà di Ingegneria della Lub e ad altri moduli di espansione del Noi.

La complessità dell’inquinamento scoperto, tra cui amianto e floruri, ha fatto lievitare i costi. La Provincia, proprietaria dei terreni, ha avviato le procedure per rivalersi sui responsabili dell’inquinamento per i costi supplementari della bonifica. L’operazione sarà complicata, perché bisognerà risalire alla catena della produzione. L’alternativa per la Provincia è trovarsi a saldare il conto con i propri fondi.

«L’avvocatura provinciale ha avviato le verifiche per la procedura che contiamo ci porti a ottenere il pagamento dei costi supplementari», conferma Ulrich Stofner, direttore del Noi e direttore di dipartimento a fianco del presidente Arno Kompatscher. Intanto dal cantiere del primo lotto della bonifica, destinato a Ingegneria, partono i carichi di materiale contaminato destinati alla Norvegia. «Sono rare le discariche che accettino materiale con amianto e floruri», spiega Giulio Angelucci (direttore dell’ufficio Gestione dei rifiuti), che si sta occupando del contenzioso sull’inquinamento. «I costi della bonifica del primo lotto sono coperti, perché erano stati defalcati dal prezzo di acquisto del terreno», riferisce Stofner. L’intervento più complesso del previsto ha drenato maggiori risorse, lasciando scoperta una parte della bonifica del secondo lotto. Si parla di alcune centinaia di migliaia di euro. «Non è scontato che ci sarà una causa. Speriamo di ottenere dai responsabili dell’inquinamento una ammissione», ancora Angelucci. La Provincia nel 2006 acquistò l’area dalla Dante Bau (gruppo Podini e altri). Ma la ricerca delle responsabilità sull’inquinamento risalirà più indietro. Gli uffici provinciali ragionano sulle produzioni della Speedline e, ancora prima, della Aluminia. Angelucci ribadisce: «Se non otterremo dalle ditte la disponibilità a riconoscere il proprio ruolo nell’inquinamento, inizierà una procedura più complessa di ricerca dellae responsabilità». La presenza dell’amianto, riferiscono gli uffici, non era emersa durante i primi carotaggi. Sul terreno di proprietà provinciale, la Noi Spa ha ricevuto il diritto di superficie, con delega alla costruzione del Techpark: la settimana scorsa via libera ai nuovi moduli D1 e D2 e revisione del progetto di Ingegneria, con più spazio per la ricerca.

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