BOLZANO. Rischia di avere pesanti ripercussioni anche sul sistema altoatesino la crisi che sta investendo la Libia. In queste ore agitate, con prospettive future che definire incerte è poco, la Cgia di Mestre ha fornito un’analisi puntuale degli scambi commerciali del Nord-Est con il paese africano. L’Alto Adige rischia di pagare un dazio abbastanza consistente considerando che sono ben 23,9 i milioni introitati grazie all’export con la Libia. In generale i prodotti nordestini più venduti nel paese libico sono i macchinari (pari a quasi il 30 per cento del totale delle esportazioni), gli apparecchi elettrici (circa il 20 per cento) e, infine, gli alimentari (siamo sull’8 per cento).

Una battuta di mercato, dunque, che rimane flottante nonostante una contrazione del 17,6% rispetto al volume di export registrato nel 2013. In ogni caso un saldo positivo del 2014 puro: +23,9 milioni di euro. Come gran parte del territorio, infatti, la provincia di Bolzano non importa nulla dalla Libia. «Solo Venezia - precisa il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - porta in Italia prodotti libici. Si tratta sostanzialmente del mercato petrolifero. Bolzano, invece, fa la parte del leone nelle esportazioni insieme a Vicenza, Padova e Verona». Decisamente più basso, per dire, l’impatto sull’economia trentina considerando che il capoluogo regionale porta verso il Paese africano prodotti per appena 7,2 milioni di euro. In totale, comunque, il Nord Est acquista per 47,2 milioni di euro e vende per 151,1 con saldo di +103,9. (a.c.)

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