Füstös: «Nessun intervento estetico»

Cartelle sequestrate al San Maurizio, parla l’ex primario. Indagine del Ministero sulle operazioni di rinoplastica


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Non li eseguivo io, c’era un collega che seguiva specificatamente gli interventi di rinoplastica, ma per quanto ho potuto vedere, tutto si è sempre svolto nel pieno rispetto delle regole e delle direttive che davo, ovvero la rinoplastica non va fatta per ragioni estetiche, ma per migliorare la funzionalità del naso». Rolando Füstös, che dal 1999 all’estate di quest’anno ha diretto il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Maurizio, ha saputo l’altro giorno, in occasione di una cena tra ex colleghi, dell’indagine avviata dal Ministero della salute e affidata al Nas.

Sugli accertamenti in corso vige il più rigoroso riserbo, quindi non si sa se sia partita da un esposto o si tratti, come spesso accade, di verifiche a campione disposte da Roma.

Per il momento si sa che i carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Trento hanno acquisito i “verbali operatori”, ovvero le relazioni allegate a ciascun intervento chirurgico, in cui oltre al miglioramento funzionale del naso, ci siano state delle “modifiche” di tipo estetico. Si parla di circa 500 verbali, una mole notevole di documenti che dovranno ora essere esaminati.

Il periodo preso in considerazione è il biennio compreso tra il 2014 e il 2016 e limitatamente all’Otorinolaringoiatria del San Maurizio; esclusi dagli accertamenti Merano e Bressanone dove pure si effettua questo tipo di operazione.

L’indagine del Ministero potrebbe dunque partire dal sospetto - ma si tratta per il momento solo di un’ipotesi - che interventi di tipo estetico sul naso sia stati fatti passare come una necessità dettata da ragioni cliniche; o dall’esposto di chi ritiene che l’intervento abbia avuto un effetto estetico peggiorativo invece che migliorativo. Oppure - come dice qualcuno - è una verifica disposta a campione come il Ministero periodicamente fa, per accertare l’appropriatezza degli interventi eseguiti nelle strutture pubbliche.

«Le raccomandazioni date ai miei collaboratori - assicura Füstös - sono sempre state chiare: non siamo un istituto privato di chirurgia estetica, noi siamo un ospedale pubblico e quindi la rinoplastica si effettua solo se richiesta da ragioni cliniche. Se uno invece vuole semplicemente migliorare la forma del naso, si rivolge alle strutture private. Ovviamente, se mi fosse accorto di qualche anomalia, l’avrei segnalata immediatamente alla direzione sanitaria. Per me - lo ripeto - tutto si è sempre svolto nel rigoroso rispetto delle regole».

Però dottor Füstös, l’intervento per migliorare la funzionalità del naso, non esclude che ci possa essere anche un miglioramento estetico.

«In effetti è così: a volte è inevitabile che ci sia anche un risvolto estetico dell’intervento. Ci sono casi in cui si può raggiungere l’obiettivo senza dover toccare la forma del naso e casi in cui è necessario farlo. Tanto che al paziente si dice prima dell’intervento che potrebbe esserci una modifica. Ciò che conta è che la struttura pubblica non faccia interventi di questo tipo solo per accontentare il paziente cui non piace la forma del suo naso».

Tra gli interventi di chirurgia plastica questo tipo di “correzione” è tra i più richiesti, perché ne rimodella la forma eliminando gli inestetismi. A seconda della complessità e della tecnica usata, l’operazione dura dai 10 ai 40 minuti. Il prezzo varia dai 3.500 ai 7 mila euro: una spesa che il cittadino che voglia migliorare il proprio aspetto deve accollarsi interamente, perché non è neppur lontanamente pensabile che se ne faccia carico la sanità pubblica, le cui priorità sono ovviamente legate alla salute e non all’estetica.













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