Farinetti: "Per fare del buon vino ci vuole tanta passione"

Ospite del WineFestival di Merano, il fondatore di Eataly racconta la sua ricetta e altre 12 storie di successo


di Ezio Danieli


MERANO. Oscar Farinetti, imprenditore di successo, è soprattutto un visionario. E' fondatore di Eataly, una vera e propria griffe con la quale sta esportando il buon cibo ed il vino in tutto il mondo. Ha punti vendita in ogni angolo del pianeta. L'altra sera ha prresentato il suo libro "Storie di coraggio" in occasione dell'anteprima di Wine Festival all'hotel Terme di Merano. Lo ha accompagnato, nella sua serata molto piacevole per il folto pubblico presente, Bruno Vespa, il popolare giornalista della Tv dove Farinetti oramai è di casa. O quasi. Della sua vita - oltre che del suo impegno a favore dell'Italia e dei suoi prodotti - ha parlato con tutti. Sere fa era assieme a Matteo Renzi. Scontata la domanda di Vespa: non è che, come diversi imprenditori di successo, prima o poi anche Farinetti enterà in politica?

Non ci ho mai pensato". Ed il discorso si è subito chiuso. Il libro "Storie di coraggio" racconta dei 12 incontri che lo stesso Farinetti ha avuto con altrettanti grandi italiani del vino.

"Racconto - dice l'autore - le loro storie che sono tutte accomunate dal grande coraggio dei protagonisti".

In che senso coraggio?

"Che non è soltanto il superamento delle paure o la forza d'animo oppure la determinazione nell'agire. Il coraggio deve essere accompagnato da capacità di analisi, da studio attento di cosa ti sta attorno, dalla tenacia alla predisposizione verso il dubbio. Non può esserci coraggio senza l'amicizia e senza la bontà perchè essere buono significa essere giusti".

In dodici ritratti si viaggia nel mondo del vino.

"Ma in nessuna delle storie vi sono gesti clamorosi. C'è invece la leggerezza e l'armonia che ho trovato nei vignaioli che ho avuto la fortuna di incontrare. C'è anche la storia delle loro famiglie, dell'impegno che hanno profuso, c'è il futuro ma anche il passato. C'è tanto amore, ma c'è anche l'Italia, il mondo, la poliitica ed anche la speranza. C'è insomma tanto coraggio".

I dodici incontri sono con i "grandi" italiani del vino: Costantino Charrère, Angelo Gaja, Beppe Rinaldi, Walter Massa, Marilisa Allegrini, Josko Gravner, Piero Antinori, Niccolò Incisa della Rocchetta, Ampelio Bucci, Teresa Severini e Chiara Lungarotti, Josè Rallo, Francesca e Alessio Pineta.

"In ognuno di loro ho trovato ottimismo. Significa che tutto si può risolvere e che bisogna godere di ciò che si ha. Il coraggio non implica per forza di cose crescere in quantità ma sempre e soltanto di qualità".

Farinetti ha fondato, dopo l'esperienza alla guida di Unieuro catena di distribuzione specializzata in elettronica, il primo supermercato al mondo dedicato a cibi di alta qualità, Eataly, aperto nel 2007 a Torino. Da qui la diffusione in altre città, come Milano, Roma Genova, New York, Tokyo, è stata rapidissima. Un imprenditore quindi di successo anche se, come ha detto Bruno Vespa, un po' visionario.

Condivide questa definizione?

"Certamente. Perchè avere delle visioni significa guardare al futuro. Se poi ci si mette il coraggio i risultati arrivano, sempre a patto, almeno nel settore enogastronomico, che si punti alla qualità".

Intanto, anche di recente, sono emerse pesanti frodi e contraffazioni dei prodotti made in Eataly. Come ci si può, in qualche modo, difendere?

"Il motivo per cui all’estero comprano i cibi contraffatti è perché i prodotti italiani non sono distinguibili, ed è solo colpa nostra perché evidentemente non forniamo agli stranieri la possibilità di scegliere e acquistare bene".

Nel libro "Storie di coraggio" Lei sostiene che produrre vino è una dimostrazione di coraggio. E riporta, appunto, le storie di grandi vignaioli...

"Fare il vino è il mestiere più completo ed è per me una vera passione: dalla terra alla vinificazione e all'affinamento della qualità, per arrivare al marketing in giro per il mondo, dove dobbiamo raccontare la bellezza della nostra biodiversità e dei nostri vitigni autoctoni, ben 450, alzando anche i prezzi sul mercato".

C'è bisogno, anche in questo settore, di una maggiore cultura?

"I giovani sono i migliori insegnanti per i genitori e gli attori principali del cambiamento di mentalità, che deve essere favorito anche da alcuni insegnamenti come educazione civica e alla cittadinanza, per accrescere il senso di rispetto verso il prossimo; infine bisogna stimolare i ragazzi a pensare locale ma ad agire globale, cioè a conoscere molto bene i prodotti del territorio di appartenenza per valorizzarli nel mondo".

Qui si torna alla politica... "io dico le cose che penso e di cui sono convinto. Bisogna impegnarsi tutti per favorire questo sviluppo". Ultima considerazione sul Wine Festival che si tiene in questi giorni a Merano... "Helmuth Koecher, il suo ideatore, ne ha fatto la Bentley del settore".













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