Farmacia Ferrari, furto in pieno giorno 

La titolare: ladri entrati alle 11 del mattino forzando la porta finestra sul retro mentre in negozio c’era tutto il personale


di Davide Pasquali


BOLZANO. Furto con scasso alla farmacia Ferrari di corso Libertà. In pieno giorno, da gente sfrontata. E le telecamere interne del negozio sono servite a poco, visto che i ladri hanno forzato la porta finestra esterna dell’ufficio al piano superiore, sul retro dell’edificio, nel cortile. Sottratti un computer, un orologio, un telefono cordless e circa 700 euro in contanti. Particolarmente scossi i titolari e i dipendenti, non tanto per il valore di quanto sottratto, ma perché i ladri sono entrati a metà mattina, mentre tutto il personale era al lavoro, anche a pochissimi metri di distanza: «Se ce li fossimo trovati davanti, come avrebbero reagito? Come minimo ci saremmo pigliati un bel pugno in faccia».

Mancano pochi minuti alle 11 del mattino del 30 luglio. È lunedì, inizio della settimana, l’attività lavorativa ferve: farmacia aperta, numerosi clienti come al solito, tanto che nel negozio di corso Libertà da tempo ci si è dovuti dotare di un sistema automatico per la gestione delle code. Personale al pian terreno dietro al bancone, altro personale in servizio al piano superiore. L’ampia doppia porta dell’ufficio della titolare, la dottoressa Anna Scarafoni, è aperta, spalancata come al solito. A pochi metri di distanza, il complesso e ipertecnologico macchinario per la gestione sterile, digitale e automatizzata dei medicinali, con un braccio meccanico che a una velocità di quattro metri al secondo si occupa dello stoccaggio delle medicine posizionandole a random sugli scaffali e della spedizione al piano di sotto di quelle richiamate per via telematica dai responsabili del banco clienti.

Nessuno si accorge di nulla, tranne un operaio, al lavoro in un appartamento vicino in fase di ristrutturazione. Siamo nel cortilone interno dell’edificio anni Trenta. L’operaio si accorge che qualcuno - pare avesse fattezze nordafricane, questo almeno c’è scritto nella denuncia sporta dalla titolare ai carabinieri - sta sgattaiolando fuori dall’ufficio al piano rialzato rispetto al cortile interno. Scappa a gambe levate, un pc portatile sotto al braccio, non prima di aver lasciato cadere a terra una scatola di uno smartphone rivelatasi per sua sfortuna vuota. L’operaio tenta di inseguirlo, ma il ladro gli sfugge. Non resta che avvertire i farmacisti. Né la dottoressa Scarafoni né il figlio, il dottor Giovanni Scaratti, in quel momento sono presenti; fuori città per affari. Inizialmente, i dipendenti stentano a credere all’operaio. Nessuno ha sentito nulla, nemmeno un minimo rumore. Ma le cassettiere dell’ufficio sono state aperte, qualcuno ci ha rovistato dentro, il contenuto gettato a terra. Aperto anche l’armadio. Hanno forzato la porta finestra, dotata di vetri antisfondamento. Sapevano esattamente come fare. Un piccolo piede di porco, posizionato prima in un punto esatto, poi in un altro. Sottratti un pc portatile nuovo, un orologio da polso, 700 euro in contanti e uno dei cordless del negozio. Non un bottino eccezionale, ma è proprio questo a dar da pensare e a preoccupare sopra ogni cosa. Commenta il titolare, Giovanni Scaratti. «Gestiamo questa farmacia da tre generazioni. Piccoli furti spesso, direi tutti i giorni, ma si tratta di quisquilie, anche se a fine anno pesano: le scorte a magazzino non combaciano mai. Creme, medicinali da banco... Però questo episodio è ben altro: se hanno il coraggio di entrare in pieno giorno, con personale e clienti dentro, solo per rubare un pc che forse non riusciranno a rivendere, un cordless della rete interna che non gli servirà a niente perché non hanno preso la base, e poco altro, significa che è gente che non ha remore, che non ha niente da perdere. C’è da aver paura».













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