Farmacie comunali, dal M5S bordate contro Caramaschi

Bolzano. Il Comune riapre il ragionamento sul futuro delle sei farmacie comunali ed è subito polemica. L’assessore Juri Andriollo ha chiesto di discutere nell’ultima seduta di giunta del tema...



Bolzano. Il Comune riapre il ragionamento sul futuro delle sei farmacie comunali ed è subito polemica. L’assessore Juri Andriollo ha chiesto di discutere nell’ultima seduta di giunta del tema «ipotesi di gestione in affidamento delle farmacie comunali di Bolzano alle farmacie comunali spa di Trento». Se ne parla da anni. Dal Movimento 5 Stelle una protesta implacabile. «Caramaschi, mercante di gioielli. Altro che scossa, altro che uomo d’azione. Dopo avere suggellato la definitiva cessione a Benko di mezzo Parco della stazione e aree annesse e dopo avere imposto un bando unico per la vendita dell’areale di Bolzano, ora il sindaco di Bolzano vuole cedere altri gioielli di famiglia, le farmacie comunali», accusano i consiglieri comunali Maria Teresa Fortini e Paolo Giacomoni. Il M5S chiede chiarezza sulla sorte «di un asset cittadino, la cui resa economica è invidiabile per una qualsiasi azienda ed è molto apprezzato dai cittadini, senza dimenticare le famiglie a cui le farmacie danno lavoro. Non era scritto nel programma del Sindaco di possibili dismissioni o collaborazioni con la partecipata trentina, ma ora riaffiora la proposta di una possibile collaborazione con Trento che vede le proprie farmacie, ben 16, amministrate da una Spa». Dal Comune arriva una presa di posizione. Il sindaco Renzo Caramaschi sottolinea che «allo studio dell'amministrazione comunale vi sono esclusivamente alcune diverse modalità di gestione che ne garantiscano la competitività in un mercato in rapida evoluzione. Dette modalità di gestione, prescindono dalla proprietà che anche in futuro non potrà che rimanere direttamente e saldamente in mano al Comune di Bolzano. Le farmacie comunali pertanto non verranno né cedute né vendute». Ma il M5S protesta: «Ci chiediamo cosa ci sia sotto, perché il Comune, che ha società partecipate e settori interni di attività che da anni sono in perdita e richiedono ingenti somme di denaro pubblico per essere mantenute, valuti una partecipazione di minoranza in una società trentina o addirittura alla vendita delle nostre farmacie». Nelle sei farmacie, distribuite nei quartieri, lavorano 35 dipendenti, soprattutto donne. Il fatturato, nel 2018, è stato di 8 milioni e 840 mila euro, ma la crescita annuale sta progressivamente diminuendo, frenata dalla rete di agguerrite farmacie private, che offrono nuovi servizi. Si calcola che l’utile non superi ormai gli 800 mila euro.













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