Fattor: «Stop alle trivelle» Staffler: «Un’assurdità»

Il presidente dell’Agenzia Casa Clima domenica traccerà la croce sul sì L’imprenditore del settore dei carburanti ha deciso di non andare a votare


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Sono un ambientalista, ma sono anche molto pragmatico e quindi valuto costi e benefici. Per quanto riguarda le trivellazioni in mare, ritengo che prevalgano i primi e quindi domenica voterò sì che significa in prospettiva eliminare le trivelle». Così Stefano Fattor, presidente dell'Agenzia Casa Clima e di Ecocenter, alla vigilia della consultazione popolare in programma domenica. Il referendum, voluto da nove Regioni preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo, punta a cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.

La domanda che si troverà stampata sulle schede è "Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c'è ancora gas o petrolio?" Dunque chi vuole - in prospettiva - eliminare le trivelle dai mari italiani deve votare sì, chi vuole che le trivelle restino senza una scadenza deve votare no. «Se non sbaglio - dice Fattor - in Italia abbiamo un’ottantina di piattaforme dove si estrae lo 0,3% del fabbisogno nazionale di metano e lo 0,9% del fabbisogno di petrolio. Quantitativi estremamente bassi a fronte di un rischio ambientale molto elevato. Se si verificasse un incidente, per le nostre coste, che sono il nostro vero tesoro, il danno sarebbe enorme sia per l’ambiente che per il turismo».

A chi la pensa come lei si rimprovera di voler riportare l’Italia al Medioevo. «Non è il mio caso. Io sono a favore di Benko, del Virgolo e dell’inceneritore, ma sono per bloccare le trivellazioni, perché - lo ripeto - il gioco non vale la candela. Si perderanno circa 5 mila posti di lavoro? Sono molti di più coloro che lavorano nel settore del turismo e rischiano di finire su una strada in caso di incidenti provocati dalle trivellazioni. Io dico partiamo da qui per ridurre i consumi di energia, migliorando l’efficienza degli impianti e puntando con maggior decisione sulle energie alternative».

Haymo Staffler, imprenditore del settore dei carburanti, è invece tra coloro che domenica non andranno a votare, sperando che non si raggiunga il quorum. «Il dibattito che si è sviluppato intorno ad un tema importantissimo come questo non è serio: tutti i prodotti che usiamo quotidianamente derivano in un modo o nell’altro dal petrolio, ma diciamo no alle trivellazioni in casa nostra, mentre ci va bene se le estrazioni di petrolio si fanno a casa degli altri. Tutto questo è assurdo: non c’è un piano vero di sviluppo delle energie alternative, solo chiacchiere. Quello che è certo invece è che in questo settore l’Italia è leader mondiale per quanto riguarda tecnologie e know-how».













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