«Fermiamo i turisti dei servizi sociali»

Durnwalder: comprano la seconda casa, spostano la residenza e chiedono contributi


Marco Rizza


BOLZANO. Residenze «fittizie» in Alto Adige per sfruttare lo stato sociale garantito dalla Provincia. Con una particolarità: i protagonisti di questo fenomeno sarebbero i proprietari di seconde case in Alto Adige, provenienti dal resto d'Italia ma anche dalla Germania o dall'Austria. Insomma non proprio chi ci si immagina in cima alla lista di persone in difficoltà. La questione sembrerebbe secondaria, ma in realtà ieri se ne è occupata anche la giunta provinciale e il presidente Durnwalder promette approfondimenti per capire se sono possibili contromisure. L'allarme è arrivato la prima volta dal comprensorio della val Pusteria, forse quello con la più alta concentrazione di seconde case. Turisti attratti dalle bellezze del paesaggio, dalle piste da sci, ma evidentemente anche dal welfare altoatesino. E così capita che trasferiscano in Alto Adige la residenza e, dopo 5 anni, possano beneficiare delle prestazioni sociali: l'assegno di cura, ad esempio, o anche il punteggio maggiore per l'ingresso nelle case di riposo. Proprio da una riunione del Comprensorio Pusteria con le locali case di riposo sono emersi i primi casi sospetti. Dice Roland Griessmair, presidente del Comprensorio: «Per ora si tratta di singoli episodi, ma i direttori delle case di riposo ci dicono che potrebbero aumentare, perché le semplificazioni di Monti hanno anche ridotto la burocrazia per spostare la residenza da un posto all'altro». Così il dossier è finito sul tavolo di Luis Durnwalder, che ieri ne ha parlato in giunta provinciale. Al momento la ripartizione Politiche sociali della Provincia non ha affrontato il caso. Ma quali sono le principali prestazioni sociali, quelle che potrebbero convincere un laziale o un bavarese a spostare per cinque anni la sua residenza in Alto Adige? «La principale - spiega il direttore della Ripartizione, Luca Critelli - è l'assegno di cura, che è legato ai 5 anni di residenza e alla non autosufficienza accertata. L'importo mensile varia dai 530 ai 1800 euro al mese». E poi ci sono le case di riposo: «Non ci sono esclusioni a priori, chiunque ha il diritto di chiedere di essere ammesso - prosegue Critelli -, ma gli anni di residenza fanno aumentare il punteggio». Insomma in epoca di crisi economica si ribaltano le gerarchie. Per anni si è polemizzato sull'assenza del diritto all'elettorato attivo e passivo per chi non sia residente da almeno 4 anni; ora su questo tema la Svp è pronta a cedere mentre si apre il nuovo fronte, quello della possibilità di usufruire dei servizi sociali. Meno politica, più attenzione alla cassa.

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