Festa delle Api, sorride l’altro Mercatino

Bancarelle affollate in via Resia, i commercianti di periferia chiedono attenzione: «Oltre al Centro ci siamo anche noi»



BOLZANO. Ci sono anche loro. Oltre al fragore del Mercatino di piazza Walther, qualche chilometro più in là del traffico ingolfato e lontano dai riflettori del turismo è tornato anche ieri il mercatino popolare delle api lungo via Resia. Sono le bancarelle più prettamente cittadine perchè la famiglia bolzanina, si sa, all'Immacolata preferisce di gran lunga puntare su Don Bosco anziché verso il Centro. Nonostante un battage pubblicitario di avvicinamento un po' confuso per qualche polemica di troppo, dunque, la festa ha retto benissimo con una partecipazione considerevole. Sin dalle prime ore del mattino, aiutate da un tempo gradevole, le famiglie hanno cominciato la tradizione delle vasche lungo via Resia e qualche portafoglio è stato aperto. Si compra anche lontani dalle rotte del turismo. La speranza, però, è riuscire a intercettare prima o poi qualche briciola del baillame innescato dal Mercatino di Natale. Impresa ardua, vale la pena dirlo subito.

«Onestamente si tratta di clientele diverse – spiega il portavoce degli ambulanti in Confesercenti Claudio Silvestri – quindi non è facile spostare le rotte del turismo nei quartieri periferici. In ogni caso siamo molto contenti della risposta della città. La festa delle api, poi, rimane una delle poche dove le persone arrivano proprio per fare acquisti». «Non è facile avere un mercato di successo in questo periodo – interviene Angela Martines – e queste sono occasioni da sfruttare». Gabriele Brillante, dal canto suo, allarga il discorso. «Mi piacerebbe trovare strategie comuni anche con i negozianti perchè non sempre è facile la convivenza. In Corso Libertà abbiamo avuto qualche problema». Gli esercenti, comunque, ottengono più di qualche beneficio. «Le giornate con il mercatino delle api – l'opinione di Sergio e Anna Orsolin del bar Santa Lucia – hanno sempre garantito una forte clientela». Tornano, comunque, le associazioni: Ail e Admo con i tradizionali Gazebo e il Gruppo San Maurizio dell'Ana Alto Adige con un apprezzatissimo stand con vino, castagne e piatti caldi. «Da 19 anni siamo il tocco in più di questo appuntamento popolare e sarebbe stato triste non comparire» commenta Gianfranco Martinelli.

#Cisiamoanchenoi, intanto, è il neonato hashtag di Twitter coniato da Ester Brunini a metà tra la puntura e la riflessione sul fenomeno Mercatino di Natale a Bolzano. Artigiana del vetro con una piccola bottega in via Roma, Brunini si batte per dare una vetrina in più a chi orbita lontano dalle rotte del turismo. Il giochino è semplice: una fotografia con l'urlo di Munch versione emoticon affiancata dall'immagine delle vetrine dei negozi più periferici. Eloquenti gli slogan: “Ansia da Mercatino?” la domanda, “Esiste un'intera città da visitare! I tesori non sono davanti agli occhi di tutti!” la risposta. «Non è una polemica – precisa – ma solo lo spunto per avviare una riflessione sulle reali potenzialità della periferia. Perchè, per esempio, non pensare a dei punti di raccolta per le navette in vari punti dei quartieri popolari? Purtroppo noi piccoli paghiamo un'assenza di passaggio di persone che è paradossale». (a.c.)













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